Uno spettacolo inedito, fatto di immagini e canti. La Sagra musicale umbra quest’anno ha voluto stupire gli spettatori con un evento speciale: un concerto all’aperto la cui quinta scenografica è stata la facciata e il sagrato della cattedrale di Perugia.
Protagonista i Basiani, ensemble folkloristico del Patriarcato georgiano e il video mapping, proiettato sulla facciata del Duomo, realizzato dalla creatività multimediale di Karmachina, studio di visual design milanese. Entrambi hanno raccontato il rapporto tra le pratiche polifoniche tradizionali e il sacro, per poi affrontare il tema della musica come compagna del lavoro dell’uomo.
Viaggio in Italia. Ethnomusic video mapping trae infatti ispirazione dalle ricerche dell’etnomusicologo americano Alan Lomax che, assieme al collega Diego Carpitella, negli anni ’50 ha percorso l’Italia per scoprire e documentare i ricchi patrimoni di musica di tradizione orale del nostro Paese. Lo spettacolo ha dunque proposto una carrellata di immagini e di canti tipici delle varie regioni d’Italia, dall’arco alpino alla Sicilia, alla Sardegna, passando per l’Italia meridionale e quella centrale, per rendere omaggio alla straordinaria varietà di temi che compone la musica tradizionale italiana.
Il ricco patrimonio dell’arte sacra, conservato nei principali musei umbri, ha illustrato le tradizioni polifoniche sacre, mentre per i canti del lavoro hanno fatto da contrappunto visivo il grande ed eccezionale repertorio fotografico e filmico degli anni ‘50 e ‘60, tratti dallo stesso Alan Lomax e dai grandi maestri italiani del Cinema del reale.
La colonna sonora, tratta da una selezione di brani tra i più rappresentativi della tradizione polifonica religiosa e profana, è stata rielaborata con l’obiettivo di destrutturarne le componenti formali: una vasta gamma di suoni e stili sono stati mescolati per dare vita a un eclettico viaggio sonoro in grado di restituire lo stesso fascino multiforme e corale dell’opera visuale.
E’ poi seguita l’esibizione dell’ensamble Basiani, con canti polifonici folkloristici e sacri tipici della regione caucasica. Il canto è infatti onnipresente in tutte le attività della vita quotidiana, dai canti di lavoro a quelli natalizi fino ai canti da brindisi, di cui il gruppo ha dato magistrale esempio.
Il canto polifonico georgiano è stato il primo “patrimonio immateriale dell’umanità” a essere inserito nella lista Unesco (nel 2001).
Il video mapping verrà riproposto fino al 21 settembre tutte le sere dopo le ore 22.
Alla serata erano presenti Anna Calabro, presidente della Fondazione Perugia Musica classica, padre Giorgio Khachidze, parroco della chiesa greco ortodossa di Perugia, Konstantine Surguladze, ambasciatore della Georgia in Italia, Ilaria Borletti Buitoni e Enrico Bronzi, direttore della Sagra musicale.
M. A.