È stata un’esperienza notevole e inattesa, la partecipazione a un approfondimento di grande impegno mentale, insieme a un centinaio di liceali. Tema “Dio e il nulla”. In quello stesso liceo “Mazzatinti” dal quale sono andato in pensione 25 anni fa; avevo 46 anni; dovessi campare 90 anni, le mie lezioni di quei 19 anni, sei mesi e un giorno che Babbo Stato Sprecone ritenne sufficienti a garantirmi la pensione, costerebbero… Avete presente quegli uffici giudiziari di Catania che ci ha fatto vedere la tv, in cui dei faldoni di documenti di grande importanza per la lotta alla mafia affondano in 20 cm di acqua? No, non sono una riedizione della ludica abitudine fanciullesca di varare barchette di carta in capaci lavelloni di moplèn, no; è… è che non ci sono i soldi. È che i soldi tanti ladroni come me a suo tempo li abbiamo sottratti al bene comune, andando in pensione quando ancora avevamo i denti da latte. Ho ricordi bruttissimi dei pochi anni nei quali ho insegnato religione, screditando la Santa Madre Chiesa con la pessima qualità del mio insegnamento. Ho ricordi bellissimi degli anni di insegnamento di italiano e latino, quando l’indagine appassionata, loro e mia, sulle lingue come scrigni di civiltà mi procurò tanti giovani amici, che oggi nella vita esercitano spesso mestieri futili (il medico generico, la pediatra, l’avvocato, la professoressa, il dirigente d’azienda), ma a volte anche attività serie (il messo comunale, il distributore di benzina, la casalinga, la cuoca esperta in fegatelli “’n co l’onnàuro”), Incontrarli, per strada o altrove, è sempre una grande gioia, ma la cattiva coscienza d’aver saccheggiato le casse dello Stato torna a fare capolino. Con quest’ombra fastidiosa sullo sfondo sono tornato nel “mio” liceo. Giovedì 15 ottobre. Parla Marco Vannini, fiorentino eccellente, autore di una splendida Storia della mistica. A tema la frase di Meister Eckhart, “Prego Dio di difendermi da dio”: attenti alle maiuscole/minuscole. M’ha shockato l’inattesa attenzione che ragazzi cristati come Achille di fronte alle Porte Scee e ragazze imbruttite ad arte hanno riservato a quell’approfondimento. M’ha soggiogato la limpida profondità con la quale Vannini ha parlato della fede. La fede che è anche acquisizione di contenuti salvifici nuovi e inediti, ma che soprattutto è tensione in infinitum, verso quel “Grund”, quel fondamento profondo che più scavi più si rivela profondo, più sali e più scompare verso l’alto. Il corrispettivo antropologico che misura la verità di quella tensione teologica è il distacco. San Paolo: Praeterit figura huius mundi. Distacco da tutto. Sempre più liberi perché sempre più nudi. Sempre più vuoti perché sempre più pieni dell’Altro, storico e metastorico. E allora il momento giusto per morire (don Molari) è quando la nostra vita è talmente piena dell’Altro e degli altri da poterci permettere di partire soli.
Affascinante, affascinantissimo
ABAT JOUR
AUTORE:
Angelo M. Fanucci