Ad Orvieto i funerali di Luca Coscioni. In casa l’ultima preghiera del parroco

Nelle parole di don Italo Mattia il ricordo di un giovane cresciuto in parrocchia e di una famiglia sostenuta dalla fede

La morte di Luca Coscioni ha destato grande commozione in tutto il Paese per la risonanza che hanno avuto le sue posizioni politiche e il suo ruolo di presidente del Partito radicale, ma, crediamo, soprattutto per la testimonianza personale di coraggio e di impegno civile. Egli infatti ha lottato contro una malattia progressiva, la sclerosi laterale amiotrofica, che lo ha costretto a vivere come murato dentro un corpo sempre più rigido. In Umbria ha espresso per tutti il cordoglio alla famiglia la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, che ha sottolineato ‘l’insegnamento’ umano che Coscioni ha lasciato facendo della sua ‘tragica malattia un motivo di lotta civile e politica’. La sua città, Orvieto, dove ha trascorso anche gli ultimi momenti di vita, in una casa che si trova proprio vicino alla famosa bellissima cattedrale, lo ha onorato con una manifestazione nella pubblica piazza del Popolo cui hanno partecipato moltissime persone di ogni parte politica e sociale oltre, naturalmente, i dirigenti e i membri del suo partito. Al mattino, prima della cerimonia funebre ufficiale in piazza, vi è stato un momento privato, intimo e intenso, di preghiera nella casa di Luca Coscioni: un breve rito, con il vescovo Giovanni Scanavino e il parroco della cattedrale don Italo Mattia, alla presenza dei familiari. ‘Si è letta la parola di Dio e si è pregato – ha detto don Italo – perché la grande prova cui è stato sottoposto Luca nella sua malattia non sia stata vana’. Don Italo è parroco da 28 anni ed ha tanti ricordi di Luca e della sua famiglia, con cui ha sempre avuto cordiali rapporti improntati a reciproca stima. Come tutti gli orvietani Luca non poteva non avere sentito il fascino e seguito la tradizione di quella fede che è capace di produrre bellezze come il duomo, che ha potuto contemplare fin da bambino. Don Italo lo ha avuto a scuola di religione e prima ancora in parrocchia al catechismo e anche nei campeggi nei quali Luca manifestava la sua vitalità. Il parroco ci ha parlato anche del grande amore e della dedizione di tutti i membri della famiglia e in modo particolare della moglie Maria Antonietta, durante il periodo della malattia di Luca: ”Hanno dato una testimonianza che non si dimentica’. Condividiamo l’affermazione della Lorenzetti secondo cui, come umbri, si può essere orgogliosi di una personalità così forte e determinata e così reattiva di fronte alle avversità come quella di Luca, al di là delle divergenze di opinione sulle quali sospendiamo ogni giudizio.

AUTORE: Elio Bromuri