Ad accomunarci è la fede in un Dio misericordioso

Incontro multireligioso al Centro ecumenico di Perugia sul tema “La libertà religiosa, condizione della pace”

islamici-musulmani-in-preghieraSenza tanti clamori, anche per non suscitare rimostranze da parte di chi non ha digerito le aperture della Chiesa alla realtà della storia attuale, si è svolto al Centro universitario ecumenico S. Martino di Perugia lunedì 28 scorso un incontro di dialogo tra cristiani e musulmani in occasione della Giornata messa in programma per la dodicesima volta, con il tema “La libertà religiosa, condizione della pace”. In apertura, il saluto di M. Teresa Di Stefano, direttrice del Centro, che ha collegato l’iniziativa alla data dell’anniversario della Giornata mondiale di preghiera delle religioni per la pace di Assisi voluta da Giovanni Paolo II 27 anni fa, illustrando inoltre le attività ecumeniche che si svolgono regolarmente ogni lunedì e hanno per oggetto, in questo periodo, lo studio del documento luterano – cattolico Dal conflitto alla comunione nel 500° anniversario della Riforma. Sono seguiti gli interventi dei relatori, a cominciare dal vescovo mons. Gualtiero Bassetti. Egli ha messo in evidenza le molte cose che diversificano il cristianesimo dall’islam, indicando però nello stesso tempo ciò che ci unisce: “la fede in un Dio misericordioso” che ci rende pertanto fratelli. Un solo Dio, Padre di tutti gli uomini, rende tutti a lui sottomessi (questo è il senso della parola islam) e chiama a essere Suoi imitatori, cioè “misericordiosi” gli uni verso gli altri. Questo è il fondamento della pace.

Don Bromuri ha commentato che il dialogo è, come detto dal Vescovo, non un confronto tra dottrine ma uno scambio di esperienze personali di fede, di preghiera e di sottomissione alla volontà di Dio. Mons. Bassetti ha inoltre opportunamente sottolineato la distinzione tra fede e religione: la fede salva; la religione, se non è sorretta dalla fede (come avviene per i clan mafiosi), risulta pura superstizione praticata a sostegno di azioni delittuose, come ha potuto rendersi conto dal contatto con alcuni personaggi conosciuti in carcere in occasione di visite pastorali. Ha poi illustrato il senso e il valore della libertà religiosa per la pace tra le nazioni e all’interno di esse, riferendosi alla dichiarazione Dignitatis humane del Concilio sulla libertà religiosa e ricordando quanto sia attuale questo richiamo, se risulta da serie inchieste che il 70% della popolazione mondiale non gode ancora della libertà religiosa.

L’intervento dell’imam di Perugia Abdel Qader ha avuto un tono di rammarico nel constatare che queste cose ce le diciamo da tempo tra noi che siamo amici e fratelli, ma non arrivano alla grande massa della popolazione. Ha inoltre confessato la difficoltà delle famiglie praticanti: i giovani sono infatti interessati alle cose che offrono il progresso e la tecnica più che all’osservanza delle pratiche religiose. Ha ricordato, sulla base di un versetto della sura 2 del Corano: “Non c’è costrizione nella religione”. Sulla base di questo principio, l’islam non costringe nessuno a convertirsi, ma chi lo fa, lo fa per libera decisione. Circa le critiche che vengono fatte all’islam, Qader ha dichiarato che sono frutto di ignoranza e incapacità di distinguere la religione dalla politica mossa da interessi economici e di potere. Chi commette delitti e uccisioni, anche se commessi in nome della religione, è un criminale che non rispetta le norme morali dell’islam, che proibisce l’omicidio, il suicidio e l’aborto. Sono seguiti altri interessanti interventi.Annarita Caponera ha riportato la dichiarazione di augurio per la fine del digiuno del Ramadan che Papa Francesco ha inviato ai musulmani di tutto il mondo, firmata di suo pugno. Don Mauro Pesce, che ha trascorso alcuni anni in Turchia e in altri Paesi a maggioranza musulmana, ha raccontato alcune sue esperienze e acquisizioni. Una nota diversa dal solito è stata la testimonianza di uno studente iraniano Alireza, musulmano sciita, che ha reso una bella testimonianza di fede. Non è mancato da parte di Nicola Zema, responsabile regionale per l’ecumenismo e il dialogo, un ammonimento tratto dalla sura 3 del Corano: “Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di voi un solo popolo… Gareggiate nel fare il bene”.

AUTORE: E. B.