Acque S.p.a. Previsti leggeri rincari nelle prossime bollette

Mentre i comitati territoriali denunciano la scarsità di risorse idriche in alcune frazioni, la gestione passa alla Umbria

Manca l’acqua anche d’invernoDi rifornimento idrico del territorio eugubino si parla anche in pieno inverno per almeno un paio di buoni motivi. Il primo è sollevato dai presidenti dei comitati territoriali n. 4, Maurizio Passeri, e n. 5 Pino Berettoni. Hanno sete anche d’inverno le frazioni di Monturbino, S. Cristina, Valdichiascio e Colonnata; soffrono per lo stesso motivo i residenti di Loreto. È un problema di acquedotti da realizzare e potenziare. Il secondo è di portata storica. Cambia pagina infatti, con immediato aggravio nelle tariffe, la gestione del servizio idrico (acquedotti, fognature e depurazione), affidato, come prevede una legge della Regione, al “Consorzio regionale umbra acque”. Si tratta di una Spa pubblica, cui il Comune ha aderito fin dall’agosto scorso. Un processo che si propone di garantire il miglior uso di una risorsa essenziale, percorrendo la strada della razionalizzazione. Termini che si portano dietro, solitamente, risvolti di natura finanziaria. Immediato infatti un riflesso sulla tariffa media a carico degli utenti di Gubbio, che passa da 1,05 a 1,13 euro al metro cubo, con un aggravio dell’8%. Su un consumo di 70 mc l’incidenza è 9,82 euro (+ 19%), 7.13 euro(+5%) su 150 mc. Le sorprese maggiori dovrebbero comunque pervenire dagli esercizi pubblici la cui tariffazione era contenuta fino ad oggi ad Euro 0.69 a mc. Quello idrico è un servizio complesso: le condutture si sviluppano per centinaia di km per servire le 12.857 utenze che, al 31 dicembre 2002, assorbivano una erogazione di 1.574.490 di mc, quota inferiore rispetto a quella immessa nelle stazioni di pompaggio dei “pozzi” di Raggio (5, 3 in piena efficienza), Mocaiana e Santa Croce (2), Bottaccione, Breccione di Casamorcia e S. Marco (1). Vanno aggiunte infatti le utenze per usi pubblici (scuole, uffici comunali, servizi pubblici etc.) e le perdite legate ad una dispersione ancora significativa, anche se assai ridotta grazie ad un progetto commissionato, alla fine degli anni novanta, ad una società inglese. La dispersione è rientrata su livelli di una certa normalità, quasi fisiologici, grazie ad interventi sui tratti più fatiscenti, ma soprattutto ad una mappatura del territorio che consente, con l’aiuto dell’informatica, di rilevare e tenere sotto controllo le “perdite non apparenti”. D’ora in poi i disservizi vanno segnalati ai seguenti numeri telefonici: 075 5009474 o 075 505931.

AUTORE: Giampiero Bedini