Accompagnando la “Madonna di Loreto” alla Giornata delle famiglie

Un folto gruppo di spoletini, con il Vescovo in viaggio a Roma

Grande folla alla stazione ferroviaria di Spoleto, sabato scorso 20 ottobre, per far festa alla Madonna di Loreto, in viaggio verso Roma, dove in serata è stata poi accolta da Giovanni Paolo II e intronizzata in piazza S. Pietro. Vigilia, sabato, della grande Giornata delle Famiglie, in occasione della beatificazione della prima coppia di sposi nella storia, i coniugi Beltrame Quattrocchi, nel ventesimo anniversario della Familiaris Consortio, la celebre Enciclica sulla famiglia. Grande folla, abbiamo detto, con tanti bambini e un coro possente di voci, in risposta ai canti guidati da don Paolo Peciola, presidente dell/Unitalsi e soprattutto al Rosario intonato dall/arcivescovo, mons. Fontana. Dinanzi a noi, sul primo binario, il convoglio ferroviario con la statua della #$Madonna Nera#$, che Spoleto ha coperto di fiori. Accanto all/Arcivescovo, nel candore dei parati liturgici, il parroco di S. Rita, padre Modesto Seri. Lacrime di commozione su molti volti, anche di chi scrive questo articolo, poiché immergersi in un popolo così folto e entusiasta, in attesa della Mamma e lo sventolio poi di tante bandierine e fazzoletti, non può non toccarti. Non era certo religiosità di maniera. Del resto, Spoleto ha avuto sempre tutta un/affinità con Loreto. Secondo i cronisti del tempo – ci riferiamo particolarmente al prevosto Pietro di Giorgio Tolomei venuto da Teramo a Loreto nel 1430 – la S. Casa di Nazareth, e più precisamente la Camera della Beata Vergine Maria di cui gli apostoli e i discepoli avrebbero fatta una chiesa, sarebbe stata portata dagli angeli nell/attuale sede di Loreto il 2 dicembre 1295, dopo le soste dapprima in Schiavonia e poi in territorio di Recanati, il 10 dicembre 1292, nel predio donato da una certa Loreta (da cui #$Loreto#$). Ma anche di qua sarebbe stata traslata, per ben due volte, e sempre dagli angeli, fino al sito attuale, visto che piuttosto che le conversioni si andavano moltiplicando scontri e litigi. Fu allora la volta dei miracoli e dei pellegrinaggi, finché nel 1468 si pose mano all/attuale Santuario. E/ del 1531 la prima pietra della grande #$scatola marmorea#$ a custodia della Casa.Abbiamo dato le date per dire come proprio nella prima metà del /500 Spoleto volle costruire in città quasi l/avamposto della Basilica lauretana… A Spoleto infatti, già nel 1538 veniva costruita una modesta Cappella, a imitazione della Santa Casa, a opera di Jacopo Spinelli, con pitture di Jacopo Siciliano (la Vergine fra S. Sebastiano e S. Antonio: pittura lasciata imperfetta, tuttavia completata miracolosamente proprio dagli angeli). Così, i pellegrini che si avviavano a Loreto, qui potevano far tappa, trovando non solo un/anticipazione della casa di Nazareth, ma addirittura un lungo portico di 300 metri, sotto il quale avrebbero potuto sostare e riposare, portico offerto da nobili famiglie spoletine. Fu questo anche il luogo di ripetuti e estenuanti esorcismi: si parla, nel 1571, di una vera folla di indemoniati (nei cronisti con la maiuscola) e da sei a otto sacerdoti concentrati per la liberazione. E appunto l/anno seguente, 1572, Spoleto poneva mano all/attuale santuario, a protezione e riparo della Cappella primitiva del 1538. A custodia furono chiamati i Barnabiti, seguiti poi da altri ordini, finché, dopo la discesa dei Piemontesi e l/allontanamento dei religiosi, la costruzione finì per essere destinata all/attuale Ospedale, dopo decenni di invasione di militari che l/avevano destinata a caserma, invadendo anche il tempio. Qui, come scriveva Aldo Calvani nel numero scorso, dovrebbe ora sorgere il grande Centro oncologico. I malati di tumore, all/ombra del Santuario di Maria! Non male! Spoleto-Loreto, un legame istintivo che nel 1872 avrebbe portato mons. Cadolini, arcivescovo di Spoleto, con il beato don Pietro Bonilli e i suoi primi missionari della Sacra Famiglia al Santuario di Loreto, il 5 settembre, per l/atto di consacrazione solenne di fronte al vescovo del luogo mons. Tommaso Gallucci. Una settimana prima il papa Pio IX aveva solennemente benedetto il quadro della Sacra Famiglia commissionato proprio dal Bonilli e il Bonaccia al Gagliardi. Ne resta traccia anche a Loreto. Dunque, sabato scorso, tanta festa nella nostalgia di un/era nuova, cui si aprano le nostre famiglie. Un auspicio sicuro per il nostro Sinodo che ha già approvato in luglio il documento sulla Pastorale giovanile (i figli) e si prepara, fra qualche mese a varare quello sulla pastorale familiare.

AUTORE: Agostino Rossi