“Accogliere questo dono non mi è stato gravoso”

Il volto giovanile sotto la mitra episcopale in equilibrio instabile, di chi non è abituato a copricapi neppure modesti, e poi gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione. E’ forse con questi tratti poco solenni ed ufficiali che la gente di Foligno e gli amici che sono venuti da tutta l’Umbria e da Roma, ricorderanno “don Peppino” nel giorno della sua ordinazione episcopale. La cattedrale di Foligno si è accesa a più riprese in caldi applausi che volevano raggiungere ed abbracciare don Giuseppe Betori, ora vescovo segretario generale della Conferenza episcopale italiana. E’ stato un lungo saluto, proseguito con la cena al seminario diocesano, lieto, come ha detto il vescovo di Foligno mons. Arduino Bertoldo, “perché siamo certi di aver donato alla Chiesa italiana un uomo dotto ma anche dalle grandi doti umane” e nello stesso tempo triste perché “la diocesi perde un sacerdote preparato, zelante, umile, e vero educatore di gioventù”. Don Giuseppe alla fine della liturgia con decisione ed emozione ha dato voce ai suoi sentimenti e così, prima di tutto, ha ringraziato Dio. “Tutta la mia vita, fino al dono grande di questo giorno, è stata una continua Rivelazione” dell’amore del Padre. “Accogliere questo dono – ha aggiunto – non mi è stato gravoso” per l’aiuto ricevuto da Dio, un aiuto che “ha assunto tanti volti: alcuni oggi mi guardano dal cielo, molti sono in questa cattedrale”. Ha dovuto interrompersi più volte il neo- vescovo e la gente ha “coperto” il silenzio dell’emozione con caldi applausi. Don Betori ha ricordato i genitori, i preti della diocesi, i suoi vescovi, le parrocchie (in particolare Cave e S. Giacomo), i seminari in cui si è formato (Foligno, Assisi, Roma), l’Istituto teologico di Assisi, gli “adulti ed i giovani di Azione cattolica e dell’Istituto San Carlo (e qui un altro silenzio ha interrotto la lettura) e la comunità civile di Foligno e dell’Umbria. Di ciascuno ha dato pennellate di vita, quanto basta per dire come tutto sia stato utile, seppure in modi ed in misura diversa, alla sua crescita umana e spirituale.Betori ha ripercorso con la memoria anche i dieci anni di servizio presso la Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, anche qui ricordando volti e nomi di tante persone: laici sacerdoti e vescovi e in particolare mons Ruini e mons. Antonelli con i quali è “cresciuto nella conoscenza e nell’amore per le Chiese che sono in Italia e nella sollecitudine per il bene del nostro Paese; con loro – ha aggiunto – si è rafforzata in me la devozione e la fedeltà per il Santo Padre” a cui ha espresso la sua gratitudine per la nomina a vescovo Segretario generale della Cei. “A tutti voi chiedo – ha concluso – di aiutarmi a servire la Chiesa sostenendo la comunione dei Vescovi italiani con umiltà e carità e, con la sola arma del Vangelo, a servire la verità in questa nostra terra, perché risplenda di santità”.

AUTORE: Maria Rita Valli