‘Accanto alla gente’

CARITAS ITALIANA. A Nocera Umbra convegno in occasione del decennale del terremoto

Dieci anni fa molto sembrava perduto, soprattutto a livello sociale. Invece, anche grazie l’opera del volontariato di espressione cristiana si sono gettate le basi per una ricostruzione dello stesso tessuto sociale assai provato. Ricostruzione che è stata portata avanti nel tempo anche da ‘una storia di carità segnata dalla fede in Cristo’ ha ricordato mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, intervenendo ai lavori del convegno. Caritas italiana e le singole Caritas diocesane e le delegazioni regionali intervennero prontamente a sostegno delle popolazioni di Umbria e Marche ferite dal sisma, con progetti e interventi per 8 milioni di euro (all’epoca 17 miliardi di lire di cui 4 ‘iliardi messi a disposizione dalla Cei e il resto da comunità diocesane, associazioni, gruppi o singoli offerenti). 538 milioni di euro sono stati impiegati per l’invio di beni di prima necessità e progetti di emergenza, compreso l’allestimento del Centro di collegamento di Caritas Italiana a Capodacqua d’Assisi. 12 miliardi e 822 milioni hanno finanziato la costruzione di 48 Centri della comunità, luoghi di incontro e di aggregazione che sono stati donati alle comunità locali che oggi, con le chiese e le canoniche ricostruite, possono disporne come meglio credono per le loro attività pastorali. 12 sono nelle Marche, 36 in Umbria (16 nella diocesi di Assisi, 14 in quella di Foligno, 4 di Spoleto, 1 di Orvieto, 1 di Gubbio). In accordo con le delegazioni regionali di Umbria e Marche’nel ’97 si aprì il centro di collegamento interregionale di Capodacqua di Assisi’rimasto attivo fino a giugno 1998, anche per coordinare gli oltre 100 gemellaggi tra diocesi e parrocchie. In totale sono stati 29 i Centri operativi Caritas sparsi sul territorio a servizio di più di 200 località o frazioni delle diocesi colpite dal sisma. Molti infine i progetti sociali e l’impegno nel post terremoto. Tra questi Segretariati sociali ch furono attivali in collaborazione con le Acli per offrire consulenza nel settore socio-previdenziale e il foglio di collegamento ‘Accanto alla gente’ e che veniva diffuso in tutti i villaggi- container.Mons. Nozza quale è, dal punto di vista di Caritas italiana, il bilancio di questi dieci anni? ‘Puntare sul coordinamento e sui gemellaggi è stato scelta vincente sin dall’inizio. L’ampio coordinamento tra le diverse presenze di Caritas diocesane, gruppi di volontariato, associazioni, espressioni comunque delle Chiese in Italia, e l’aver assegnato ad ogni delegazione regionale Caritas o a gruppi di diocesi determinate parrocchie o gruppi di parrocchie, ha favorito fin dall’inizio il radicamento dentro l’emergenza che si è creata, mettendo in atto quello che è stato fin dall’inizio la scelta dello ‘stare accanto alla gente’ per creare incontro, costruire relazioni e soprattutto individuare i bisogni di queste persone non da fuori ma dentro il contesto dei loro vissuti’. Possiamo parlare di un modello si intervento nato con questa emergenza?’Il terremoto del Friuli del 1976 si può dire che contribuì ad avviare il cammino delle Caritas diocesane appena nate nel 1971. Qui in Umbria e Marche, invece, le Caritas avendo già una loro identità e capacità operative hanno potuto, e questa è la novità e direi un punto di svolta, fare la scelta e l’esperienza dello stare accanto alla gente, stare dentro in modo continuativo in un coordinamento ampio quasi personalizzando ognuna il rapporto con la piccola parrocchia, con la diocesi, nella collaborazione con le entità anche pubbliche e del privato che erano presenti nell’emergenza’.Per questo avete deciso di fare il convegno di Caritas italiana qui a Nocera?’La spinta a vivere qui questa giornata, a cogliere l’occasione del decennio per incontrarci a Nocera è il fatto della particolarità dell’esperienza fatta, senza togliere nulla alla giornta di oggi e a domani (domenica n.d.r.) quando le realtà che avevano operato si troveranno nelle singole comunità locali parrocchiali. Qui è nato un intenso cammino di collaborazione tra Chiese diverse legate dall’essere parte di una conferenza episcopale regionale, che a partire da questa intensa storia di carità vissuta nei primi anni del dopo emergenza ha sviluppato un cammino di carità che è significato nel territorio attraverso le ‘case della Carità’, ma non solo. In Umbria c’è un intenso cammino della delegazione regionale Caritas condiviso dalla stessa Conferenza episcopale regionale. Servizi e strutture per i più poveri sono stati attivati a partire da ‘emergenze ordinarie’ facendo la scelta, centrale, di lavorare sulla ricucitura dei vissuti delle persone’.

AUTORE: Maria Rita Valli