“Chi sono io?”: un interrogative che oggi ti fa subito pensare a un malato di alzheimer. E non c’è niente, proprio niente da ridere, ad onta di quello che in TV , ilare e incosciente, si permette Carlo Conti, al nobile fine di reclamizzare non so quale patacca d’incoscienza mediatica. Niente da ridere. Il giorno dei Ceri ho fatto da Canonico Accompagnatore del Vescovo che dalla Cappella di Palazzo Ranghiasci si reca alla scalea del Palazzo dei Consoli, dove, prima dell’”alzata”, incontrerà il Primo Capitano dei Ceri. Snobbando l’impenetrabilità dei corpi, abbiamo attraversato Piazza Grande gremita di simpatici invasati, siamo giunti alla scalea, poi siamo saliti a fianco del portale del palazzo. E io subito subito ho cercato con gli occhi U.B., e non l’ho visto. Poi ho chiesto dove si fosse cacciato U.B. proprio oggi, quando da tempo immemorabile è stato lui ad aprire la porta del palazzo, dall’esterno, a rate (prima un pertugio, poi la porta ad altezza d’uomo, infine il portone intero): la porta dalla quale si riverseranno sulla piazza i capodieci, i Ceri nudi e crudi, le brocche, le statue…: ma dove s’è cacciato U.B.? “E’ stato colpito dall’alzheimer…: ‘n arintesta più… solo se gli nomini S. Ubaldo salta su e grida “Viva S. Ubaldo!”. M’avessero dato una coltellata al fegato! Ho potuto solo pregare, nel silenzio assordante della piazza: U.B.il Signore sia con te e ci restituisca un giorno, intatte, tutte le cose belle che abbiamo vissuto insieme.
Altra cosa, rispetto al “Chi sono io?” è invece il “Chi sono io per”.
Ai giorni nostri questo “Chi sono io per?” l’abbiamo colto sulla bocca di due Papi, il primo e l’ultimo della serie bimillenaria, 1 e 266, Simon Pietro di Cafarnao e Jorge Mario di Buenos Aires. Simon Pietro se l’è chiesto mentre saliva a Gerusalemme per risolvere la controversia che agitava la prima.comunità cristiana (“Li circoncidiamo, sì o no, questi benedetti pagani che chiedono il battesimo”?), Jorge Mario se l’è chiesto ex abrupto, mentre, unico ottantenne arzillo tra una stratata di quaranta/cinquantenni giornalisti stravolti dalla fatica, conversava con loro sull’aereo che li riportava in Italia dal Brasile, dopo la GMG: chi sono io per giudicare una PERSONA omosessuale?.
Chi sono io per decidere il futuro della Chiesa? s’è chiesto Pietro. Chi sono io per giudicare una PERSONA? s’è chiesto Jorge Mario, che della persona ha un senso altissimo, quello che Pietro non poteva avere e che del resto nemmeno occorreva per risolvere il problema che lo angustiava; un senso altissimo della persona che si unisce anche ad una precisa percezione della bontà o della malizia dei comportamenti che la persona di volta in volta adotta. Dovremmo sempre, nell’atto di assumere una decisione seria, chiederci “Chi sono io per?”. E rispondere da discepoli di Cristo, sulla base sia quello che da sempre è nel nostro patrimonio ideale, sia di quanto è maturato nella nostra cultura d’estrazione cristiana in 2000 anni di storia.
Abat jour – Chi sono io (per)?
AUTORE:
Angelo M. Fanucci