“Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!”: è la frase che viene attribuita a Robespierre sul punto di essere ghigliottinato. Tutti ormai sanno che quella frase non venne mai pronunciata, ma tant’è, come finalino edificante non di un processo, ma di un’avventura atroce ed esaltante, ci sta proprio bene. Quello contro l’“incorruttibile” viene spacciato per un processo, in realtà fu solo una mattanza perpetrata da un gruppo rivoluzionario emergente contro un gruppo perdente.
Anche il Vangelo di domenica scorsa viene – ahimé! – interpretato come un processo. “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità, e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano”.
Un processo a forma di piramide, o (se volete) di cono, che salendo si restringe fino a quel drammatico: “Trattalo come un pagano o un pubblicano”, collocato sul punto più alto. “Consideralo a tutti gli effetti come uno scomunicato”: questa la pessima traduzione che anche oggi – ahimé! – viene offerta da quanti l’omelia non l’hanno preparata.
“Pessima” perché quello in atto nella Chiesa dei primi tempi non era un processo, tale da approdare indifferentemente a una condanna o a un’assoluzione, ma un tentativo di recuperare l’errante a tutti i costi, senza emarginarlo, salvando tutto quanto rimaneva salvabile nel suo errato comportamento: Gesù sapeva bene che nessun uomo può vedere giudicata la propria umanità sulla base di una singola scelta, per quanto radicale. quel “trattalo come un pagano o un pubblicano” andava tradotto con: “Trattalo come io tratto i pagani e i pubblicani”. E sappiamo bene come Lui trattasse i pagani e i pubblicani, incurante del fatto che le sue “cene con gli amici” (con quegli amici) provocassero l’orticaria ai Big del potere religioso-politico, poverini!, che non potevano nemmeno agevolmente grattarsi a causa della pesantezza dei vestimenti che indossavano.
Scomunica. Quanti roghi, ieri! Quanti attacchi oggi!, a testa bassa e corna innestate, contro chi, come Papa Francesco, nell’impegno a evangelizzare mette in prima fila l’uomo. Se disponete di internet, cliccate “Attacchi a Papa Francesco” e vedrete! Ci sono dei cardinali. C’è Giuliano Ferrara, con tutto il suo peso di teologo adolescente. C’è (e come poteva mancare?) Beppe Grillo, che forse un giorno smetterà di fare il comico.