A volte amare non basta

La cosa più bella è sentire che siamo nati dall’amore. Questa potrebbe essere la sintesi più esatta del convegno ‘Educare i figli’, svoltosi a Cannaiola di Trevi sabato 28 maggio scorso. Alla giornata di studio, che ha concluso la settimana in onore del beato Pietro Bonilli, hanno partecipato numerose personalità, tra cui l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, il sindaco di Trevi, Giuliano Nalli, il sottosegretario alla Pubblica istruzione, Letizia De Torre, l’assessore regionale all’Istruzione, Maria Prodi, la sua collega del Comune di Spoleto, Patrizia Cristofori, e il consigliere regionale Enrico Sebastiani. Gli esperti intervenuti hanno proposto una riflessione sul mondo dell’educazione dei figli. Molto interessante la relazione di Ezio Aceti, salutata da un lunghissimo applauso, sull’educazione connessa ai primi dieci anni di vita di un bambino. Il consulente psicopedagogico del Comune di Milano ha esordito dicendo che i genitori non conoscono i figli. ‘Non basta amarli, bisogna conoscerli di più; non è più sufficiente il buon senso – ha detto. – Non esistono i bambini cattivi, ma quelli non compresi, dei quali non viene rispettato, dagli adulti, il ritmo evolutivo. I genitori – ha continuato – devono tornare a mettersi nei panni dei figli. Nell’apprendimento scolastico dei piccoli è fondamentale un buon rapporto con le mamme, i papà e gli insegnanti. Nella scuola i bambini vanno sostenuti: dobbiamo considerare il sostegno come una risorsa e non come una ghettizzazione. È fondamentale, per i genitori, avere l’umiltà di alzare il loro pensiero a quello dei figli’. Aceti ha anche proposto l’istituzione nei Comuni dell’Umbria ‘ in altri d’Italia già avviene – di un corso triennale rivolto ai genitori sull’educazione dei figli. Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda sull’essere genitori oggi con gli interventi di Raffaele Arigliani, professore di Counselling in pediatria alla II Università di Napoli, di Maddalena Petrillo Triggiani, neuropsichiatra infantile dell’Università di Siena, e di Gianni Bianco, giornalista Rai. Si è parlato dell’uomo come essere relazionale e delle relazioni come base solida per il rapporto genitori-figli. Le mamme e i papà, è stato detto, devono essere semplici con i figli, tornando a dirgli: ‘Sono con te’. In questo modo le regole non peseranno sui bambini come macigni. Altro capitolo affrontato, il tempo che i genitori dedicano ai figli. A volte si dice: non conta quanto tempo sto con i figli, ma la qualità di quel poco che ci sto. Falso. I bimbi hanno bisogno di una quantità enorme di tempo, ma purtroppo i genitori sono presi dall’ansia frenetica della vita. Sarebbe bello spegnere le televisioni nelle case, è stato detto, e tornare a raccontare ai propri figli le fiabe, a giocare con loro, semplicemente a stare con loro. Così i piccoli sentiranno che sono nati dall’amore.