L’arcivescovo, nella Giornata diocesana dei giovani svoltasi il 15 marzo a Cannaiola di Trevi, ha presentato la Lettera ai giovani della Chiesa spoletana-nursina a venti anni da quando il Papa proclamò beato don Pietro Bonilli, apostolo della famiglia e della carità, prete di Spoleto. Si tratta di un testo di 19 pagine, dal linguaggio semplice e da concetti attuali. Il presule affronta il tema dell’amore, definito la forza più grande per vincere le ingiustizie del mondo; parla del condividere la vita con la gente, della famiglia come mezzo per cambiare se stessi, la società e il mondo, di Dio ‘archetipo’ delle storie d’amore. L’Arcivescovo afferma in maniera chiara che il mondo giovanile, in particolare quello umbro, non è solo trasgressione e violenza. Scrive mons. Fontana: ‘In questi mesi passati, ragioni che hanno poco a che fare con la verità – e ancor meno con il rispetto delle persone – hanno descritto, nei grandi media, un’Umbria tutta corrotta e malata negli ideali dei ragazzi che ci vivono, che frequentano la città, che vanno all’università o che lavorano. È stato buttato un velo di sospetto sui vostri punti d’incontro e, soprattutto, sulle vostre intenzioni, sui vostri valori, sull’anima di una generazione intera. Nella mia esperienza so bene che non è così. È vero che vi sono al mondo storie balorde e disgraziate. Vi sono sempre state. Vi sono anche storie belle e benedette. Soprattutto, ci siete anche voi che non vivete di trasgressione e di violenza’. Raccontando di come il beato Pietro Bonilli propose la Sacra Famiglia di Nazareth per ridare vitalità alla società e alla famiglia, il presule invita a tornare a contemplare l’amore, per riscoprire il fascino della concordia e il dono della pace. ‘Ogni storia d’amore – scrive il Vescovo – è una scala incantata per innalzare la persona che vi è coinvolta. Se riesci a viverla con intensità è un viaggio… Quando riuscirai a far splendere il rapporto con la tua ragazza, e per te, ragazza mia, con il tuo ragazzo, sarete veramente un uomo e una donna. Sarà l’amore a liberarvi dell’egoismo, a farvi scoprire la ricchezza semplicissima e preziosa, che è più grande di quanto voi stessi riuscite a contenere. Se vi riuscirà cogliere che l’amore che sentite l’un l’altro è grazia da custodire come una perla preziosa o un tesoro nascosto nel campo, sarete veramente felici. È con questa scoperta che troverete il coraggio di metter su una famiglia: a suo tempo, i figli e le figlie saranno la vostra benedizione. Da questa esperienza fondante di ogni storia veramente umana potrete imparare a scoprire il progetto di Dio, che ha pensato l’umanità intera come luogo possibile della fratellanza’.