I Cavalieri indossano ampie cappe bianche su cui risalta, rossa, la ‘croce di Gerusalemme’, occupando gran parte dei banchi nella piccola chiesa immersa nella penombra. In una sezione a parte le Dame, velate, spiccano per il nero lucido del loro abbigliamento. Siamo all’interno del santuario di Mongiovino, presso Perugia, cioè la sede in cui i Cavalieri del Santo Sepolcro dell’Umbria tengono le loro cerimonie più solenni. All’altare c’è sempre un vescovo, o anche due. La chiesa ha un’atmosfera raccolta ma trabocca di luce spirituale: è infatti uno dei rarissimi casi di edificio di culto in cui le pitture siano interamente dedicate ai Misteri gloriosi del rosario, dall’esaltazione in cielo di Gesù a quella di Maria. Ancora una volta, i Cavalieri si ritroveranno a Mongiovino domenica 18 maggio, e per un motivo di grande rilevanza: la nomina ufficiale del nuovo ‘preside’ della sezione umbra, nella persona di Alberto Pasqualoni. Presiederà mons. Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio e ‘priore’ dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro.In Umbria i ‘fratelli’ dell’Ordine sono circa 230, e la loro missione rimane la stessa di quella per cui vennero fondati nel Medioevo: aiutare i cristiani in Terra Santa. All’epoca, si trattava di difenderli dalle minacce armate degli occupanti musulmani, offrendo anche punti di accoglienza e di ristoro. Oggi, non meno peggiore, sui cristiani di Terra Santa incombe lo spettro della marginalità, della mancanza di risorse, dei check-up estenuanti, con conseguente fuga in massa dalla terra in cui visse Gesù. I Cavalieri si impegnano quindi a finanziare numerose attività a loro favore. Ma la storia dell’Ordine è antica e affascinante, e merita qualche approfondimento. Dalle origini ai giorni nostriPurtroppo, un certo gusto esoterico di moda dal Settecento a oggi ha confuso parecchio le acque sulle autentiche origini dell’Ordine, spesso avvolte in nebbie un po’ troppo folkloristiche, quando non stravaganti. Gli studi più seri fanno risalire i primordi dei Cavalieri all’attività dei canonici che – nell’XI secolo – vivevano presso la basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Si trattava di un Ordine religioso sottoposto all’obbedienza del Patriarca di Gerusalemme; monaci che vivevano in preghiera, raccogliendo le offerte depositate dai fedeli, le quali venivano a loro volta utilizzate per l’assistenza e la tutela dei pellegrini che affluivano sui luoghi della vita, passione e morte del Signore. In seguito, si unirono a loro anche dei fratres laici, sia celibi che coniugati.Al termine dell’epoca delle Crociate, i membri dell’Ordine rientrarono nei loro territori d’origine, mantenendo però sempre vivo il legame con Gerusalemme, tramite la preghiera e le offerte. Un nuovo inizio, in qualche modo, si ebbe nel 1847. Ripristinato il Patriarcato latino di Gerusalemme, Pio IX rivitalizzò l’Ordine affidandogli il compito specifico di provvedere al mantenimento del Patriarcato stesso; al quale, a sua volta, venne conferita la reggenza dell’Ordine. Le Dame vennero istituite nel 1888 da un Pontefice molto caro ai perugini: Leone XIII. Il legame con i Papi era destinato a infittirsi: nel 1907 infatti il ruolo di Gran Maestro dell’Ordine venne assunto personalmente da Pio X; tuttavia tornò nelle mani del Patriarca latino di Gerusalemme sotto il pontificato di Pio XI. Nel 1949 il governo dell’Ordine venne trasferito a Roma. Il titolo di Gran Maestro da quel momento spetta a un cardinale scelto dal Papa (dal 2007 è il card. statunitense John Patrick Foley); mentre al Patriarca latino resta il titolo di Gran Priore. Nel più recente Statuto, le finalità dell’Ordine vengono così descritte: ‘Rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa (…); sostenere e aiutare le opere e le istituzioni cultuali, caritative, culturali e sociali della Chiesa cattolica in Terra Santa (…); zelare la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre’.
A tutela della Terra Santa
Cavalieri del Santo Sepolcro: Alberto Pasqualoni nuovo 'preside' della sezione Umbria
AUTORE:
Dario Rivarossa