A tu per tu con i più poveri

La richiesta d'aiuto aumenta dovunque. Preoccupa il fatto che molti sono cittadini italiani e famiglie, che non riescono a pagare le bollette o l'affitto

Abbiamo riferito recentemente sui dati forniti dal Rapporto dell’Osservatorio sulla povertà in Umbria e ora ci ritroviamo a trattarne ancora sulla base delle notizie fornite dai Centri di ascolto delle Caritas delle otto diocesi umbre. Questi centri fanno parte di una rete nazionale che si è messa in movimento in vista di delineare una fotografia della povertà in Italia. La caratteristica e il pregio di questo tipo di informazione è nel fatto che le notizie sono raccolte sul campo, dalla viva voce dei protagonisti, nel contatto umano e con la ricerca di una risposta sia pure parziale attraverso un aiuto o un consiglio o un incoraggiamento morale.

Non sempre infatti le Caritas sono in grado di rispondere a tutte le richieste che vengono presentate. Queste sono le più diverse, secondo i luoghi le persone, la composizione delle famiglie, l’età, lo stato di salute. Una tendenza che accomuna le varie situazioni locali è che la richiesta di aiuto aumenta ovunque e che tale richiesta viene fatta non da categorie a rischio come prima, immigrati clandestini disoccupati, senza fissa dimora, ma da cittadini italiani e da famiglie che non riescono a pagare la bolletta del gas, o l’affitto. A mio avviso, si deve considerare un campanello d’allarme particolarmente grave quando la richiesta viene da anziani normalmente restii a esporsi a uno sportello Caritas o altro, da normali famiglie del posto, soprattutto quando si devono sobbarcare una spesa straordinaria, come l’acquisto di libri scolastici per uno o due figli. Fare una analisi esatta dal punto di vista socio economico non è nostra intenzione, né abbiamo la competenza per farlo.

Presentiamo i racconti dei responsabili che sono a contatto diretto e quotidiano con le persone in difficoltà. Il compito delle Caritas, infatti, non è la ricerca statistica, ma la formazione delle coscienze attraverso l’informazione e la testimonianza. La descrizione del bisogno è corredata da un breve accenno anche ai tentativi di risposta concreta, che è resa possibile sia dal servizio di volontariato, sia dai contributi che provengono dalla comunità ecclesiale. Siamo in periodo di “Avvento di Carità”, ad esempio.

E tuttavia salta agli occhi di ognuno che l’aumento della povertà è collegata con l’aumento del costo della vita e dell’aumento del livello di vita che comporta esigenze nuove. Se posso fare un ricordo personale degli anni del boom economico, insieme agli studenti universitari si andava a portare pacchi viveri a famiglie bisognose. Un giorno entrando in una casa c’era una vecchietta che guardava la televisione. I ragazzi non vollero più andare a portare pacchi se non a qualche persona sola e malata.

Oggi chi potrebbe dire che uno non è povero perché ha un televisore, magari pure a colori? Oggi le cose sono in parte simili e in parte nuove, per la presenza degli immigrati bisognosi di lavoro vitto e alloggio, per l’aumento delle persone anziane e non autosufficienti, per il mancato supporto di famiglie solide e numerose. Dopo tutto questo si deve dare atto a questa rete di persone credenti e piene di speranza, una rete fatta di tanti che non compaiono negli elenchi e che sostengono un lavoro di cui la società non riconosce debitamente il valore e il merito.

AUTORE: E.B.