A Spoleto, per la festa del Patrono, un convegno su “Solitudine e disagi”

Il 12% della popolazione vive nella solitudine

Tutti gli anni, in occasione della festa del Patrono, la nostra Chiesa si interroga anche sui problemi più immediati della città, anche dal punto di vista sociale. Quest’anno un Convegno, venerdì 23 gennaio, sul tema della “solitudine” e dei “disagi”. Tanti i relatori, tra i quali il card. Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. E, prima, la dr.ssa Vivio (Istat), ci ha fornito gli ultimi dati sull’entità del doloroso fenomeno, proprio in base ai censimenti. Tremendo rilevare come nel Paese ben il 12% della popolazione viva nella solitudine, per un tessuto relazionale tanto inesistente quanto negativo 7 milioni di nostri fratelli. Il convegno si è aperto al mattino con il saluto delle autorità e la presentazione da parte dell’arcivescovo mons. Fontana. Al termine della mattinata, ci si è trasferiti nella basilica di S. Sabino per la posa della prima pietra del progetto edilizio di ampliamento del seminario diocesano. Nel pomeriggio la tavola rotonda, moderata da Sandro Petrollini, direttore de Il Messaggero, con numerosi interventi relativi a iniziative avviate nel territorio diocesano. Tra gli altri, Stefano Salvati Scafidi, presidente dell’Associazione industriali di Terni, ha parlato della situazione attuale anche del ternano, che coinvolge anche Spoleto. Ecco dunque tutti gli elementi per un’ulteriore e ben articolata ricerca che si protrarrà per sei mesi, intesa ad una lettura rigorosa del nostro territorio, proprio per offrire ai vari enti pubblici come all’iniziativa privata, l’opportunità di nuovi interventi all’insegna della concretezza e del massimo coinvolgimento comunitario.Il Convegno si è chiuso con la relazione di Paolo Montesperelli, ordinario di Sociologia generale all’Università di Salerno. Dopo aver riportato alcuni dati statistici con situazioni allarmanti nella nostra Regione, e aver denunziato la tendenza generale ad eludere l’argomento, il professore ha delineato “obiettivi, metodo e tempi” per il necessario progetto di ricerca. Sia una ricerca non decorativa ma strategica, non manchi la comparazione con altri centri umbri, si ascoltino i ‘testimoni privilegiati’, antenne vive del sociale, si proceda con gradualità, sia veramente una comunità che si ascolta, sia attivissimo lo scambio di informazioni e risorse, poiché, come ebbe ad affermare Ernesto Balducci, “sortirne insieme è politica, sortirne da soli è avarizia”. La relazione del card. MartinoL’arcivescovo Fontana ha voluto presentare con parole commosse ed entusiaste il card. Renato Martino al suo popolo. Il Cardinale ha ringraziato e si è poi congratulato per questo convegno “Solitudini e disagi”. L’uomo è un essere sociale e non deve assolutamente intristire, privo di contatti familiari e sociali. Ha, poi, accennato un dato Istat: “il 12% in Italia vive nella solitudine”. Quindi sui 7 milioni! E da qui ha preso lo spunto, accennando anche allo spaesamento dei giovani. Ottima cosa che Spoleto, ogni anno, si raccolga attorno al suo giovane santo, Ponziano, per ripensare i grandi problemi della città alla luce della dottrina sociale della Chiesa, la quale non intende dare risposte tecniche quanto luce di orientamento nella ricerca di soluzioni e comportamenti che si ispirino alla dignità della persona umana. La Chiesa si è sempre sentita interpellata socialmente, già ai tempi della schiavitù finalmente scomparsa, mentre emergeva il vero concetto di lavoro come partecipazione all’opera creatrice di Dio, ecco allora le grandi realizzazioni dei monasteri , l’Ora et labora dei monaci in felicissima simbiosi contemplativa e operativa. E sempre più puntuale, fino all’Ottocento, il secolo di Hegel e di Marx, approdando però alla Rerum Novarum di Leone XIII, che fece giustizia della dinamica materialista e della visione riduttiva del problema, di gioco di forze sociali e di mercato. Il Cardinale ha ripercorso poi il Novecento a partire dall’iniziale pessimismo, all’ombra prometeica di un uomo che non ha più il suo Dio. Ecco allora la Chiesa intervenire con le direttive luminose dei suoi papi; come Giovanni XXIII con la Mater et Magistra e Paolo VI con la Populorum Progressio: sguardo che spaziava sui popoli tutti del mondo. E citazioni varie dall’Octogesimo adveniens, e dalla Gaudium et Spes. Di ogni documento ha posto in rilievo la forza delle indicazioni: così il valore delle imprese messe in opera da gruppi di imprenditori, nell’armonica distribuzione dei compiti, l’attenta finalizzazione dei mezzi di produzione, il no deciso a qualsiasi sfruttamento. Al contrario “lavoro, economia, solidarietà, finalizzati alla persona umana, con la proprietà non più ius utendi et abutendi ma occasione di lavoro per tutti, concerto di consultazioni mondiali per la ricerca e la gestione delle risorse, solidarietà con l’altro (non più ‘usa e getta’), nel pieno risveglio di quella coscienza cristiana che tutto legge e interpreta in Cristo-Amore, poiché “senza amore non c’è nemmeno giustizia”. Amore a livello universale, di tutto e di tutti responsabili. Ciò comporta nuovi stili di vita, di produzione e di consumi, dando ai fratelli non solo il necessario ma il conveniente, nel progressivo coinvolgimento dalla persona alle associazioni, alle regioni, alla nazione e poi oltre. Ai cristiani di Spoleto il Cardinale ha raccomandato, e particolarmente ai giovani, che non abbiano a intristire nell’inutilità di troppi germi bruciati. Concretezza, in un sano protagonismo corale. Chi dovrà impegnarsi? Qui, il Cardinale è sceso a molti dettagli: le istituzioni pubbliche, i vari soggetti economici del territorio, le banche, i sindacati (ben oltre gli interessi di parte), le cooperative: in una parola, la comunità tutta intera, con volontà solidale, senza rassegnazione ad una disoccupazione ritenuta ineluttabile. La fede ci dice che nessuno si salva da solo. Muoversi quindi in gruppo: solidarietà nella serenità e nella pace.

AUTORE: Agostino Rossi