A scuola di rapporti fraterni

DIOCESI. Il vescovo mons. Sorrentino presenta l'anno pastorale della comunione (2007 - 2008)

Ecco in sintesi le direttive pastorali elaborate, dopo partecipata consultazione, dal vescovo mons. Sorrentino e dallo stesso enunciate nell’omelia tenuta nella Festa della Chiesa diocesana – dedicazione della cattedrale. Quali orientamenti programmatici dovrebbero essere realizzati nell’anno della comunione 2007-2008?’Il primo l’ho chiamato ‘scuola di comunione’. Non iniziative ‘didattiche’, ma un impegno delle comunità a tutti i livelli, a verificare lo stato della comunione, nel rapporto con Dio-Trinità come nei rapporti fraterni. Alcune iniziative caratterizzanti: innanzitutto l’attenzione alla famiglia, sostenuta dall’apposito Ufficio diocesano. E poi impegni di maggiore integrazione operativa, a livello di vita parrocchiale e inter-parrocchiale, nel rapporto dei religiosi e delle religiose con la vita diocesana, nel coordinamento tra le aggregazioni laicali attraverso una Consulta, nella valorizzazione dei mass media di ispirazione cristiana, in una carità aperta all’universale, proseguendo con passione i progetti già operanti in Tanzania, Perù, Kosovo’. Quale assetto pastorale ritiene più congeniale alla prospettiva della comunione? ‘Nel solco di un’intuizione del mio predecessore mons. Goretti, perseguiamo il progetto delle unità pastorali, di cui sono responsabili più sacerdoti congiuntamente. C’è un Consiglio pastorale unitario. Si persegue la piena valorizzazione dei diaconi e dei ministeri laicali’. Quali strumenti di coinvolgimento ritiene più idonei in relazione al mondo dei giovani? ‘In merito, ho chiesto agli animatori pastorali il massimo impegno. Il ‘mondo giovani’ ha delle dinamiche che spesso sfuggono all’osservazione degli adulti. L’Ufficio di pastorale giovanile sta disegnando un progetto che si servirà di strumenti diversificati, dagli incontri personali alla lectio divina tra Pasqua e Pentecoste, fino alla comunicazione attraverso internet. Nell’assemblea diocesana il ‘laboratorio dei giovani’ ha proposto una missione ‘dei giovani ai giovani’. Confido nella loro volontà’. La catechesi non rappresenta una formula superata, stando alle nuove tendenze esistenziali? ‘Tutt’altro. Anche perché siamo lontani dalla vecchia concezione in gran parte ‘nozionistica’ del catechismo. Se la catechesi costituisce un’introduzione alla vita di fede, coinvolge l’esistenza. Naturalmente bisogna che questo modello venga assimilato e praticato. Ma senza catechesi non si andrebbe lontano, nemmeno nella comunione’.

AUTORE: Francesco Frascarelli