Massimo Ceccarelli, presidente provinciale uscente Acli – Perugia, conclude il secondo mandato e, come da statuto, non può essere rieletto alla medesima carica, lo abbiamo incontrato e abbiamo raccolto il suo stato d’animo. ‘Con il congresso si concluderà la mia esperienza di presidente provinciale. I ricordi delle difficoltà vissute, ma anche delle soddisfazioni per alcuni traguardi raggiunti, sono stati davvero molti ed hanno segnato profondamente anche la mia vita personale. Voglio ancora una volta esprimere i sentimenti di ringraziamento per tutti coloro che dentro e fuori le Acli hanno collaborato, condiviso e, perché no, anche apprezzato il lavoro svolto. Un grazie particolare va ai presidenti, ai dirigenti locali dei Circoli, dei nostri numerosi servizi e ai tantissimi soci che con la loro passione e disponibilità hanno mantenuto viva l’esperienza volontaria delle Acli nel territorio.’ Verso quale compito sono proiettate le Acli del XXI secolo? ‘Il Congresso dovrà interrogarsi, discutere e definire il ruolo, le modalità, gli strumenti e soprattutto gli obiettivi che le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si propongono di attuare nella provincia di Perugia nei prossimi anni per meglio rispondere alle aspettative dei soci, della Chiesa e delle comunità in cui siamo presenti ed operiamo. Le Acli dovranno nel contempo essere capaci di rimettersi in discussione, anche profondamente, per poter ‘migrare dal Novecento’ e guardare con speranza al futuro’. Temi impegnativi, quelli del vostro congresso… ‘Sì, impegnativi e affascinanti. C’è lo stimolo a migrare dal Novecento. La migrazione non è però una fuga né una gita spensierata. Non è neppure un congedo frettoloso e un giudizio sommario su un secolo pieno di luci e di ombre. C’è l’invito ad assumere i rischi del viaggio con la saggezza del discernimento di ciò che dobbiamo portare con noi, perché è essenziale alla nostra memoria e dunque al nostro futuro. Non c’è pessimismo sul presente perché lo abitiamo volendo scorgere in esso i segni dei tempi attraverso le nostre fedeltà originarie: al lavoro, alla Chiesa, alla democrazia. È in questo modo che vogliamo continuare a servire il futuro’. Quali sono i temi che più hanno caratterizzato l’impegno di presidente? ‘Ho vissuto in questi otto anni da presidente provinciale un’esperienza impegnativa ed esaltante che mi ha aperto scenari e questioni inedite. In questi anni il mondo globalizzato ha posto infatti anche alla nostra organizzazione problematiche ed emergenze nuove. Le Acli, che erano abituate a rivolgere la loro attenzione ai cittadini italiani o ai residenti all’estero, hanno proprio dall’Umbria raccolto la richiesta di tradurre la propria esperienza associativa e di condividere un percorso di organizzazione politica e di servizi all’interno dei Paesi del sud del mondo. L’altro aspetto a cui sono particolarmente legato sono i tanti collaboratori che le Acli provinciali hanno raccolto in questi anni intorno a sé; sono decine di giovani, preparati, disponibili e generosi. Ho cercato di costruire per loro, e per quelli che ancora possono aggiungersi, le condizioni perché le Acli possano non solo difendere il lavoro di chi già ce l’ha ma anche promuovere occasioni di inserimento e stabilizzazione’. Lascerà le Acli? ‘Quando entrai alle Acli -più di dieci anni fa- mi dissero subito che il da fare certamente non sarebbe mai mancato’ ed oggi per quel ‘fare le Acli’ che ho sperimentato non sarà facile sedermi in panchina. Sarò dunque, come sempre, a disposizione della squadra e del nuovo capitano!’.
A prova di XXI secolo
Acli. Verso il congresso provinciale di Perugia, con rinnovo del presidente
AUTORE:
Marta Ginettelli