Calorosa accoglienza a Narni per il nuovo vescovo padre Giuseppe Piemontese, che nella festività di san Cassio, co-patrono della città, ha fatto il suo ingresso ufficiale nella seconda città della diocesi.
La visita di mons. Piemontese è cominciata all’ospedale di Narni dove ha visitato i vari reparti del nosocomio, salutando i malati e i loro familiari. A piazza dei Priori è stato salutato dal sindaco Francesco De Rebotti, dai rappresentanti dell’Amministrazione comunale, dal presidente dell’Ente Corsa, dei Terzieri, dai figuranti del corteo storico che al suono dei tamburi hanno accompagnato il Vescovo in corteo fino alla cattedrale dove si è svolto il rito religioso, al quale hanno preso parte i canonici della Cattedrale, i sacerdoti del comprensorio narnese ed ex parroci di Narni, il sindaco di Narni e il vice sindaco di Calvi dell’Umbria e numerosi fedeli.
È stato il sindaco Francesco De Rebotti a salutare il Vescovo a nome di tutta la comunità e delle istituzioni del territorio, ricordando le straordinarie figure dei santi Giovenale e Cassio e i Protomartiri francescani “che abbiamo avuto occasione di riscoprire e in questi ultimi anni, ma che danno il senso della vocazione dei nostri territorio alla fratellanza, alla pace. Territori di uomini e donne forti che sanno affrontare crisi come quella che stiamo attraversando”.
Mons. Piemontese ha ringraziato per l’accoglienza: “Siamo una comunità cristiana e umana – ha detto – che sperimenta l’amore di Gesù in varie forme. Innanzi tutto attraverso il dono di Gesù stesso, che ha dato la vita per noi e ci ha posto in una condizione di figliolanza, in una condizione di fraternità, e ci ha dato la grazia necessaria per affrontare la nostra esistenza e il nostro cammino nella gioia e nella piena realizzazione di noi stessi.
Qui aleggia ancora una storia straordinaria di santità, di esperienza di fede e di cammino del popolo di Dio. Questa sera sperimentiamo e siamo abbracciati dall’amore di Dio, e siamo qui per guardare avanti, a partire da questo territorio, verso il tempo e la storia che il Signore pone davanti a noi e affida alla nostra esperienza.
L’inizio del ministero di un vescovo pone la comunità cristiana in una situazione di speciale predilezione e grazia. C’è una novità che il Signore riserva a tutti noi, e che a noi sta riconoscere e costruire. Tutto questo insieme come Chiesa, come comunità in comunione. A volte ci lasciamo corrompere dal clima d’individualismo che ci circonda, da questa nostra società. Occorre che, con la grazia di Dio, possiamo far emergere la nostra volontà di comunione nell’unica Chiesa, di comunione con il vescovo e il Papa. È la prima sfida che oggi siamo chiamati a vivere e portare avanti. Senza la comunione non c’è missione, anzi la comunione è essa stessa missione. Se riusciamo a dare questa testimonianza, avremo compiuto la metà del mandato che il Signore ci ha affidato.
All’inizio di questo ministero ognuno dovrebbe fare un proposito che è quello di collaborare secondo il suo ministero e carisma al bene spirituale e materiale di questo luogo. Voglio invitare i sacerdoti a quella testimonianza di comunione a cui accennavo prima. La comunione va costruita tutti i giorni, con il nuovo vescovo e con gli antichi sacerdoti, ciascuno rispettando e accogliendo le diversità e i doni dell’altro. Altrimenti credo che il popolo di Dio ne soffrirà.
Con la grazia del Signore, riusciremo a rispondere e a rinnovare la nostra evangelizzazione nel nome di Dio. Anche noi siamo essere umani deboli e portiamo ‘tesori in vasi di creta’, ma proprio questo deve indurci a una maggiore umiltà e una maggiore comprensione dei fratelli e di coloro che ci sono intorno.
Partiamo allora dal dono grande dell’amore di Dio per noi, da ciò che i Santi di questa comunità ci hanno lasciato, e rilanciamolo in un modo intelligente nella società in cui la Provvidenza ci ha chiamato a vivere”.