Si sono ritrovati in più di 300, il 22 settembre, a Bagni di Nocera Umbra per partecipare al convegno ‘Accanto alla gente’ dieci anni dopo’, promosso dalla Caritas italiana nel 10’anniversario del terremoto. Erano nocerini, ma soprattutto volontari e operatori Caritas venuti da tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, a testimoniare cosa ha lasciato e costruito in loro l’esperienza di volontari. Dai nocerini è venuto un sentito ringraziamento per tutto ciò che le migliaia di volontari (12mila dal settembre 1997 al gennaio 2001) hanno fatto per loro, animando il centro operativo Caritas di Case Basse di Nocera.Si trattò di giovani coordinati da don Lucio Gatti, direttore della Caritas diocesana di Perugia. A loro il Sindaco di Nocera ha consegnato un riconoscimento della città. Don Gatti a sua volta ha presentato il video-testimonianza Il cammino della carità, in cui sono raccolte le immagini di quel campo Caritas che, ha ricordato il sacerdote, ‘diventava una sorta di famiglia che prendeva su di sé tutti i problemi che si presentavano. C’erano bambini in affidamento, anziani alle prese con malanni fisici e sofferenze anche psichiche, giovani alla ricerca del senso della vita’. A Simone Morandini della Fondazione Lanza è stato affidato l’arduo tema ‘Comunità corresponsabili del creato’. Morandini ha richiamato di compito dell’uomo nel ‘custodire la casa della vita che ci è stata donata’, che si fa ‘responsabilità di giustizia nei confronti delle generazioni future’. Nel caso del terremoto e delle calamità naturali in genere, diventa anche valutazione del dove e del come si costruiscono le case. Al convegno erano presenti i vescovi di Perugia, Spoleto, Foligno, Assisi, Gubbio. Mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia e delegato dei vescovi umbri per il servizio della carità e salute, nel presentare il documento Ceu Ricostruire l’anima del territorio, ha ricordato la fattiva collaborazione che c’è stata tra le varie istituzioni statali e regionali nell’avviare e portare avanti la fase della ricostruzione. Ha ricordato inoltre che ‘alla Chiesa durante l’emergenza è stato chiesto più che di sollevare le macerie: di risollevare gli animi della gente con la preghiera e con lo starle accanto nel condividere le sue sofferenze’.