A quasi due settimane dall’esplosione della polveriera di Baiano di Spoleto, la gente della più popolosa frazione spoletina sta contando i danni e, soprattutto, sta aspettando delle risposte da parte delle istituzioni competenti circa la sicurezza dell’intera area. Nei giorni scorsi varie assemblee pubbliche hanno tentato di fare luce sulla situazione, fornendo anche dei dettagli per i rilevamenti tecnici dei danni. Tante le voci, poche le certezze. Fra le poche, tutta la popolazione è convinta, anche quella parte più ‘atea’, che la mancata strage sia stata una grazia della Madonna. La dimostrazione sono le oltre 2000 persone che hanno partecipato alla messa di ringraziamento, lo scorso venerdì 15 aprile, nella chiesa di San Giovanni di Baiano. L’eucarestia è stata presieduta dall’Arcivescovo, insieme al quale concelebravano il parroco don Renzo Persiani e altri sacerdoti della forania. Alcune centinaia di persone sono rimaste all’esterno dell’edificio sacro, incapace di contenere tanta folla, seguendo la grande preghiera attraverso il collegamento audio installato per l’occasione. Erano presenti tra gli altri il sindaco di Spoleto Massimo Brunini, le gerarchie militari dello stabilimento di Baiano e una significativa rappresentanza dei lavoratori dello spolettificio. I baianesi hanno portato anche i bambini, nei cui banchi di scuola infinite schegge di vetro si sono conficcate nel legno, per ringraziare il Signore della grazia ricevuta. L’Arcivescovo in un passaggio della sua omelia ha affermato: ‘Come la pace e la giustizia, così anche il lavoro e la sicurezza vanno insieme. Siamo qui per ringraziare il Signore da cristiani. Polemiche e contrapposizioni non solo sono inutili, ma sono contrarie alla nostra cultura e al sentire comune della nostra gente. Non ci interessa drammatizzare l’evento di domenica sera, perché già da solo è drammatico. A tutti ha manifestato il pericolo in cui vivevamo. Ci interessa invece l’efficienza. Non possiamo pretendere che in futuro sia ancora la Madonna a stendere il suo manto. La virtù della giustizia chiede che le istituzioni pubbliche facciano tutto quello che è nella loro possibilità, perché le centinaia di persone, tra militari e civili che lavorano a Baiano, non vivano sotto l’incubo di nuove, possibili deflagrazioni’. In un altro passaggio della sua omelia mons. Fontana ha ribadito la necessità di costruire un futuro migliore, rispettoso di tutti e senza semplificazioni: ‘la cultura della pace ci appartiene in Umbria in modo speciale. Bonum mihi, nemini malum, antico adagio del Diritto Romano, ci fa riaffermare la certezza che l’attività principale dello stabilimento di Baiano, nello spirito della Costituzione Italiana, sia di rendere inoffensivi gli esplosivi e di rimediare fabbricazioni del passato, che ebbero scopo offensivo piuttosto che difensivo. Riteniamo che sia sempre vero che i nostri concittadini che lavorano nello stabilimento contribuiscano con il loro impegno quotidiano a dare corpo alla cultura della pace che, per i cristiani, non è mai un velleitario sentimento privo di concretezza: Dio ci giudica sui fatti. La stessa cultura della pace ci fa chiedere a Dio in questi momenti di difficoltà di liberarci dallo spirito di contrapposizione e di divisione. Non appartiene ai cristiani lo spirito di vendetta: se le indagini delle Istituzioni preposte troveranno che vi siano state delle responsabilità, prevalga la Legge, non il furore di alcuno. Quello che ci interessa al momento presente è che si costruisca un futuro rispettoso di tutti, senza semplificazioni. Tocca alle Autorità politiche fare ciscuno la parte propria, di modo che, da uno scampato pericolo, non ne venga un male certo per alcuno. La cultura della tolleranza, che è ancella della pace, ci faccia rispettare gli uni gli altri, nei rispettivi diritti e nelle legittime aspirazioni. Questa messa di ringraziamento vuole essere un momento di gratitudine al Signore, ma anche un momento di unità tra tutti. Dice il salmo: ‘Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca’ (Sal 137,1). La chiarezza e la correttezza istituzionale sono l’unico cemento che rende possibile l’edificio comune della concordia e della prosperità, che si intende costruire. Il segreto militare in nessun modo può impedire che chi è deputato a tale scopo faccia luce sui fatti e che si prendano i provvedimenti adeguati a garantire tutti. Chi si comportasse diversamente, verebbe meno, oltre che alla legge, anche al sentire comune che stigmatizza chi è reticente difronte alla verità. Non vi è niente al mondo di ineluttabile e di predestinato. Questo è il miracolo che stasera chiediamo a santa Maria, a santa Barbara e ai santi del Paradiso, perché il pericolo scampato ci faccia ravvedere, se mai vi fu poca attenzione per le problematiche che hanno causato tanta paura, e rivedere quei programmi che assicureranno un futuro per tutti, ad un tempo prospero e sicuro’.
A Baiano messa di ringraziamento
Oltre 2000 persone hanno partecipato alla liturgia presieduta da mons. Fontana nella chiesa di San Giovanni
AUTORE:
F.C.