A 700 anni, guardare avanti

Università degli studi. L'apertura dell'anno accademico non si è limitata a una celebrazione: sono stati messi sul tappeto i problemi reali, e le esigenze per il futuro

Nella tradizionale cornice e con i consolidati riti di sempre, si è inaugurato l’anno accademico 2005-06 dell’Università degli studi di Perugia. È un periodo di inizio dei corsi, e nelle città italiane di sede universitaria, insieme alle celebrazioni, si pongono sul tappeto i problemi che gli atenei si trovano a dover affrontare a seguito della riforma e del trapasso culturale di questo tempo inquieto. A Perugia era presente il ministro Rocco Buttiglione, che ha tenuto un discorso partendo dalla sua esperienza di docente, facendo perno sui compiti permanenti dell’università che sono la ricerca e la didattica, da svolgere nel fruttuoso scambio tra docenti e studenti. Non ha eluso alcuni attuali problemi e ha accennato al radicamento e quindi al sostegno territoriale di un’istituzione che ha grande peso, anche economico, in una città e in una regione. Su questo rapporto da consolidare tra territorio e università si è soffermato anche il rettore Francesco Bistoni, che di questo tema ha più volte trattato con le autorità regionali e cittadine. Bistoni, che sta operando con efficienza anche sul piano edilizio, ha fatto un resoconto delle attività svolte dall’Ateneo perugino nell’anno scorso ed ha prospettato un programma di iniziative per la celebrazione del 7’centenario della fondazione dello Studium, che cadrà nel 2008. Una celebrazione già in fase di preparazione e in qualche modo già avviata, che avrà una scansione triennale 2006-2007-2008. Nelle intenzioni del Rettore e dei suoi collaboratori, il centenario dovrà costituire un’occasione per valorizzare, più di quanto sia stato fatto in passato, la presenza dell’Università a Perugia e in Umbria in quanto istituzione culturale, ma anche educativa, sociale ed apportatrice di ricchezza. Dovrà essere quindi una opportunità per rinsaldare le relazioni con gli enti e le categorie operative dell’Umbria. Nel 2008, per una fortunata circostanza, cade anche il 50’anniversario della restituzione al culto della chiesa dell’Università, già chiesa dell’Annunziata dei monaci Olivetani. Sono cinquant’anni, infatti, che le inaugurazioni dell’Anno accademico hanno inizio in quell’edificio, con la messa celebrata dall’Arcivescovo e partecipata da studenti, docenti e tecnici amministrativi, con grande solennità e con la partecipazione del coro universitario. Un momento molto suggestivo, che fa onore alle origini medievali e papali dello Studio perugino, e corrisponde anche alla presenza di una comunità di credenti che in questa chiesa si riuniscono ogni giorno. L’Arcivescovo anche quest’anno ha rivolto alla folta assemblea un’impegnata omelia sul Natale, sul ‘Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi’. Come è tradizione, anche quest’anno sono intervenuti il rappresentante degli studenti, Michele Martorelli, e degli amministrativi, Danilo Chiocchini, con discorsi articolati che hanno messo in evidenza problemi concreti di funzionamento e di gestione della vita universitaria nei singoli comparti e aspetti. Discorsi chiari e coraggiosi, nei quali traspare il forte attaccamento all’Istituzione. Più tecnica e impossibile da sintetizzare la prolusione del docente di ingegneria Raffaele Balli, che ha trattato di ‘Cavi di interconnessione elettrica attraverso l’Adriatico’. Nel corso delle cerimonia il coro e l’orchestra dell’Università, diretti dal maestro Salvatore Silivestro, hanno eseguito alcuni brani musicali.

AUTORE: E. B.