Dall’emergenza all’accoglienza

Diocesi. Convegno organizzato per il 40° anniversario della Caritas

Quranta anni fa nasceva la Caritas, voluta da Papa Paolo VI per favorire una maggiore presa di coscienza da parte di tutta la comunità cristiana delle proprie responsabilità nei confronti dei bisogni dei suoi membri. La Conferenza episcopale italiana costituì la Caritas italiana, organismo pastorale con il fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. La presenza viva e attiva della Caritas in questi decenni, una presenza cruciale nella contemporaneità globalizzata, è di per sé testimonianza che la durata è possibile, che un impegno preso si può mantenere nel tempo, che la passione per l’umano è universale e non è l’oggetto di una moda passeggera. La diocesi celebrerà questa ricorrenza con un convegno di estrema attualità: “Dall’emergenza all’accoglienza” che si terrà mercoledì 16 novembre alle ore 17 presso il Museo diocesano di Terni al quale interverranno il vescovo Vincenzo Paglia, il prefetto Franco Gabrielli direttore della protezione civile, Catiuscia Marini presidente della Regione Umbria, don Antonio Sciortino direttore del settimanale Famiglia cristiana, Oliviero Forte della Caritas italiana. Da aprile ad oggi, come si è concretizzata l’accoglienza dei migranti provenienti dall’area del Mediterraneo, lo abbiamo visto settimana dopo settimana. Un’accoglienza che si è andata organizzando anche in Umbria e nella diocesi, dove sono ospitati in varie strutture di accoglienza circa 80 immigrati provenienti dall’Africa subsahariana e dallo Sri Lanka, ancora in attesa di una definizione della loro posizione. “Un convegno che intende mettere insieme diversi punti di vista – spiega Claudio Daminato direttore della Caritas diocesana – proprio per capire meglio quale potrà essere il prossimo futuro dopo la fase dell’emergenza e per porre all’attenzione della gente la questione immigrazione derivante dal fenomeno della mobilità dei popoli che stiamo vivendo e che nessuno può fermare. I problemi che gli stessi immigrati che accogliamo sono diversi, perché per la maggior parte di loro sarà difficile ottenere lo stato di rifugiati in quanto persone provenienti da Paesi non in guerra. Nel frattempo la gestione della quotidianità non è semplice, perché queste persone non possono lavorare se non hanno uno status riconosciuto. Alcuni stanno seguendo corsi di lingua italiana, altri hanno fatto attività di volontariato per la mensa San Valentino e presto sarà definito un accordo con il Coni per poterli inserire in varie attività sportive”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro