Ritornare ad avere fiducia in se stessi e riprendere coscienza della propria storia per dare un futuro al nostro Paese. I cattolici si interrogano sul proprio ruolo in politica, che appare sempre più distante dalla società civile, ma per avere forza occorre più coesione e dialogo. Se ne è parlato nel corso dell’incontro “Cattolici e cattolici a confronto: quale nuova politica?” promosso nell’ambito dell’iniziativa “Tobia: famiglia e parole in viaggio” e moderato da Simone Pillon, presidente del Forum associazioni familiari Umbria. Dopo l’introduzione di Mauro Cozzari, consigliere comunale di Perugia, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha sottolineato che “c’è un clima nel Paese molto complicato: in ogni persona manca la fiducia, il desiderio di andare avanti. Nella storia, gli italiani hanno superato momenti difficili perché c’era qualcosa che li spingeva. Ora la comunità è in pericolo: le cose che non vanno le possiamo attribuire ai governanti. Ma alla radice di tutto – ha osservato Bonanni – c’è la necessità di tornare ad occuparsi delle cose per i cittadini. Anche porre sempre al centro la persona in qualche caso è sinonimo di ambiguità, se la persona non mette se stessa al centro con il suo impegno”. Bonanni ha messo in rilievo il fatto che “in un Paese in cui non si ha il coraggio di fare un discorso duro ma vero, noi cattolici dobbiamo riconoscerci sul tema della responsabilità”. È intervenuto anche Paolo Maria Floris, responsabile nazionale del terzo settore dell’Udc, ricordando che “la classe politica seppe risollevarsi dopo la guerra per lo spirito di servizio” e i “cattolici hanno sempre generato domande agli altri”. Francesco Belletti, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, ha messo in evidenza che in Italia “c’è un forte clima di sfiducia, disinteresse, impotenza. Ma la gente è portatrice di speranza, non si ferma. In tutta questa situazione i cattolici si dividono: ci vuole invece umiltà e unità”. In questo contesto per far emergere la realtà dei cattolici, per Floris, “è necessario portare avanti la battaglia culturale attraverso l’applicazione della dottrina sociale della Chiesa”, mentre per Belletti “è doveroso diminuire la centralità della politica affinché il cittadino possa cambiare, da cittadino, la politica”. Bonanni ha espresso, a più riprese, la preoccupazione per la situazione politica: “Siamo ad un bivio importante – ha detto –, c’è bisogno di un Governo più ampio per reggere il passo dei mercati e dare un’immagine di unità. Ma anche il cittadino si deve impegnare: no alla solitudine o alla separatezza. In questo panorama, anche se da qualche anno i rapporti si stanno intensificando, ci vuole più collaborazione tra i vari soggetti di emanazione cattolica, non confessionali, che si rifanno alla dottrina sociale della Chiesa”.
Cattolici e cattolici a confronto
Tavola rotonda con Bonanni, Floris e Belletti a Perugia nell’ambito del progetto “Tobia”
AUTORE:
Romano Carloni