L’arcivescovo mons. Giovanni Marra, per mandato del Papa amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi, il 15 marzo scorso è arrivato ad Orvieto per dare inizio al suo ministero. A 180 giorni dall’inizio del suo arrivo in questa terra ricca di spiritualità, di storia e di arte, lo abbiamo intervistato.Con quale intento ha iniziato il suo mandato? “Premetto che ho iniziato la missione affidatami dal Santo Padre entrando nella diocesi di Orvieto-Todi in punta di piedi, evitando dichiarazioni, interviste e conferenze stampa e imponendomi uno stile di riservatezza, ed entrando in contatto con la gente attraverso le celebrazioni liturgiche che la consuetudine richiedeva la presenza del vescovo. Nei miei primi interventi nella cattedrale di Orvieto e nella concattedrale di Todi ho sempre messo in evidenza che lo scopo della mia missione era ed è quello di portare serenità e pace e creare comunione tra tutte le componenti della comunità diocesana, condizione necessaria per l’accoglienza del nuovo vescovo”. Quando ha avuto occasione di incontrare il clero? “All’inizio, corrispondente al tempo quaresimale, mi sono dedicato intensamente a incontrare tutti i sacerdoti della diocesi: tutti insieme a Spagliagrano, a gruppi nelle singole nove Vicarie della diocesi, dove ho potuto dialogare con ogni parroco e con i loro collaboratori. Soprattutto gli incontri con i sacerdoti delle Vicarie mi hanno consentito di conoscere la realtà pastorale e sociale delle parrocchie e dei rispettivi territori, i problemi emergenti, le iniziative per farvi fronte, l’impegno e il sacrificio per assicurare la cura delle anime, nonostante la scarsità di sacerdoti, le prospettive future. Questi incontri sono stati anche occasione di comunione tra i sacerdoti stessi. Egualmente, ho incontrato ad Orvieto i diaconi con le loro consorti”. Ha avuto modo di incontrare anche i laici? “In un secondo momento, dopo Pasqua, mi sono dedicato al laicato cattolico, incontrando i responsabili delle associazioni e dei movimenti più attivi, e successivamente i rispettivi associati nelle chiese dove essi si riuniscono. Molto importante è stata la convocazione della Consulta delle aggregazioni laicali a Spagliagrano, dove ho potuto constatare quanto grande sia l’area del settore associativo del laicato e quanto forte il desiderio della loro reciproca conoscenza, e la disponibilità a collaborare insieme alla realizzazione di iniziative pastorali e caritative a carattere cittadino o diocesano”. Quali frutti o segni positivi ha potuto finora riscontrare? “Ho potuto intravedere questi segni positivi, che per me sono stati motivo di particolare consolazione spirituale e pastorale delle non poche fatiche, in occasione di alcuni importanti eventi che elenco: la grande partecipazione dei sacerdoti e dei diaconi in occasione della Messa crismale nel duomo di Orvieto, durante la Settimana santa; l’ordinazione di tre diaconi, in vista del sacerdozio, nel duomo di Todi, alla presenza straripante di popolo insieme a gran numero di sacerdoti e diaconi; la Veglia di Pentecoste organizzata dalle stesse associazioni e dai movimenti della diocesi e vissuta festosamente in cattedrale. Tutto questo per me significa che l’edificazione della comunione ecclesiale della diocesi è in cammino, ma che bisogna anche attendere la medicina del tempo per sanare ferite e sofferenze che le vicende passate hanno prodotto. Personalmente guardo con fiducia al futuro di questa diocesi di antica e profonda tradizione cristiana, i cui monumenti e le opere d’arte di Orvieto e Todi sono straordinarie e viventi testimonianze. Confido nel clero diocesano e religioso della diocesi, che è colto, preparato pastoralmente e seriamente impegnato a servizio delle comunità parrocchiali. Ho stima del laicato, che va divenendo sempre più maturo nel comprendere che la Chiesa è madre e maestra e va sempre amata. Ho fiducia nei giovani che, come hanno dimostrato alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid, sono davvero la speranza di tutta la Chiesa e anche della nostra diocesi”. Il nuovo anno pastorale è alle porte: immaginiamo che la diocesi abbia un progetto per orientare la comunità diocesana su aspetti concreti della vita pastorale. Nei prossimi giorni ci potrà fornire utili indicazioni su queste iniziative? “Sì, certamente, con piacere”. Si conclude qui l’intervista con l’arcivescovo mons. Marra, che ringraziamo per le energie profuse nel lavoro apostolico che svolge amorevolmente per la nostra diocesi. Ritorneremo presto per annunciare ai nostri lettori le indicazioni dell’Arcivescovo per il nuovo anno pastorale.
“Guardo con fiducia al futuro della diocesi”
Intervista all’ammi- nistratore apostolico mons. Marra a sei mesi dal suo arrivo
AUTORE:
Antonio Colasanto