Una necessaria via d’uscita

Sette settembre a sera inoltrata. C’è un venticello fresco. Si respira. Anzi si tira un sospiro di sollievo. È stata approvata dal Senato della Repubblica la manovra anticrisi. Il tormentone o telenovela delle versioni, siamo arrivati alla quarta, è chiuso. Finalmente un punto fermo, pur con il voto di fiducia posto dal Governo. Ormai si aveva fretta. Lo stesso Napolitano lo aveva detto e ripetuto, considerando che ogni giorno che passa aumenta il disagio, l’incertezza e la sfiducia. Nei processi economici moderni vale la famosa norma che era pensata per il cammino spirituale e ascetico: “non progredi regredi est”, facile da capire per tutti e ovvio: non progredire comporta il regredire. Uno Stato che non aumenta il suo prodotto interno, sia pure diversamente calcolato, regredisce. Si va indietro e si finisce nel baratro. Non c’è sciopero che tenga e si sostenga. L’abbiamo già scritto nel precedente numero: l’equità perfetta pur essendo un’obbligatoria meta di una democrazia e un criterio di giustizia distributiva in una società fondata su principi di etica pubblica, rimane una chimera soprattutto quando si parte con pregiudiziali dogmatiche e nicchie di intoccabili, zoccoli duri infrangibili di “caste” privilegiate. A quel punto per non precipitare bisogna dire basta, la questione è chiusa, almeno per il momento. Non sono decisioni immutabili ed assolute. Sono una boccata di ossigeno per un Paese in pericolo di rottamazione. Il Senato ha approvato il testo del maxiemendamento con 165 voti a favore, 141 contrari e 3 astenuti, si deve votare ancora (giovedì 8) nell’aula del Senato il testo complessivo e poi si andrà alla Camera per il varo definitivo (sabato). Ma già questa sera sembra imboccata la via d’uscita dell’intera manovra. Non abbiamo tempo né competenza per addentrarci nel groviglio delle cifre, che nelle prossime settimane saranno abbondantemente riportate sui giornali e anche sul nostro. Intanto era necessario dare un segnale di fiducia e un’apertura di speranza anche per la coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico e delle attività della vita pastorale, al nostro interno e un’indicazione di cambiamento di tendenza e di prospettiva all’esterno per evitare il protrarsi di accuse e di sospetti che danneggiano la credibilità e la stima dell’Italia e la espongono ai giochi perversi degli speculatori finanziari. Tutto ciò non toglie che vi siano delle sofferenze anche gravi e che non siano stati tenuti in debito conto delle categorie di persone che più di altre subiscono danno da questa manovra. Ma in corso d’opera non è escluso che, se vi sarà un colpo d’ala, uno scatto d’impegno e d’orgoglio, come dicevamo nel nostro precedente articolo sul miracolo economico dell’Italia del dopoguerra, le cose possano cambiare, senza farsi illusioni, ma con il consenso e la collaborazione di tutti. In questo quadro un punto di forza che si deve privilegiare è quello della famiglia con figli. È una risorsa sociale anche economica, oltre che una base solida della vita collettiva, principale culla di una possibile

AUTORE: Elio Bromuri