Cari lettori…

Stiamo andando anche noi in vacanza. Ma la vacanza è solo per le pagine. La Chiesa in Umbria non va in vacanza, anzi è in grande fermento, insieme a tutta la Chiesa: basti ricordare l’imminente Giornata mondiale della gioventù. Sfogliando le pagine di questo numero potete scorgere quante iniziative sono narrate o annunciate, e quanti problemi accennati o descritti. Purtroppo non vanno in vacanza i problemi del nostro Paese e quelli dell’umanità. Non si sa dove mettere l’accento e dove fissare lo sguardo. Mentre scrivo queste righe, si svolge in Parlamento un triste rituale di parole preoccupate, non da tutti condivise e non risolutive della situazione di difficoltà economica e finanziaria dell’Italia. Sentiamo citare cifre ufficiali e constatiamo concrete situazioni di povertà, precarietà, disoccupazione. Secondo certe statistiche l’Umbria appare meno povera di altre regioni (vedi p. 7) e vi sono persone che non credono nell’esistenza della povertà reale perché all’esterno vi è tanta esibizione di consumi. Ma si deve fare riferimento a quelli che hanno famiglie numerose, a quei molti giovani che cercano e non trovano lavoro. Una povertà di formazione e preparazione. Non sono stati preparati a svolgere lavori che non conoscono neppure, e per i quali non hanno alcuna predisposizione e neppure la voglia di impegnarsi. I genitori e la società hanno proposto loro miraggi illusori, un futuro senza sforzo e senza sacrificio. Giovani cui è stato dato fin da bambini tutto subito e sono rimasti senza desiderio e senza slancio, come ha detto il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita in dialogo televisivo con Giovanni Minoli. “Se entrate in una stanza di bambini – ha detto – trovate un mucchio di giocattoli di ogni tipo. Che cosa possono desiderare questi bambini? E che slancio di conquista potranno avere crescendo? È stato anche dato loro il mito della libertà. Ma a me – dice De Rita – la libertà non basta. Ho bisogno di mangiare, di avere una famiglia, un’istruzione, un lavoro, la sicurezza in una città tranquilla, delle regole che mi aiutino a comportarmi”. Ecco, questi problemi, queste riflessioni non vanno in vacanza. Il Papa mercoledì a Castel Gandolfo ha svolto una catechesi “da ferie estive” consigliando la lettura. Sì, proprio la lettura. Quando si dice che “la gente non legge”, si dice purtroppo una cosa vera, ma dannosa. Il Papa dice che la lettura aiuta a non essere superficiali, ad andare in profondità, a riflettere, a documentarsi. Ci si può anche perdere dietro una storia o un’avventura fantastica, ma è un “perdersi per ritrovarsi diversi”. E suggerisce di leggere soprattutto la Bibbia. Non tutta né da capo a fondo, ma scegliendo un libro dell’Antico o del Nuovo Testamento, un Vangelo gustato di seguito, non letto a pezzetti come nelle messe. Benedetto XVI è un maestro di scrittura e di lettura: anche i suoi testi sono da leggere, e meriterebbero meditazione attenta e continuativa, come i suoi due volumi su Gesù di Nazareth. Buone vacanze e… buona lettura.

AUTORE: Elio Bromuri