Voci in difesa dell’ospedale

Assisi. Dibattito sul futuro del nosocomio cittadino, che rischia un fatale “depotenzia- mento”

Incontro dedicato all’ospedale di Assisi: mercoledì 13 luglio, ore 11. Preferibile altra data, considerati giorno feriale e orario pienamente lavorativo. Non è mancato comunque un vivace dibattito. Ascoltando un semplice registratore, alcuni interventi risultano raccordati a quanto emerso in occasione dell’affollata assemblea svoltasi sullo stesso argomento presso la Pro loco di S. Maria degli Angeli l’11 marzo scorso. In detta circostanza Antonello Baldoni (Umpli) e Vincenzo Di Santi (Confcommercio) proposero un comitato di difesa pro-ospedale territorialmente rappresentativo oltre ogni appartenenza politica. Comitato o commissione (termine ravvisato di recente da Simone Pettirossi – Pd) che dovrà rapidamente dimostrare la propria incisività. Parimenti nell’ultimo incontro di mercoledì 13 luglio il sindaco di Bastia Stefano Ansideri ha nuovamente ampliato il suo intervento al problema dei distretti e al Palazzo della salute. Durante la sua introduzione il sindaco di Assisi Claudio Ricci, evidenziando il valore aggiunto di una struttura destinata a servire una città-santuario, ha preso atto di esigenze risolte o in via di soluzione, secondo una visione condivisa dal direttore generale dell’Asl 2 Giuseppe Legato: climatizzazione, incremento di posti letto, sistemazione del parcheggio. Opposto l’atteggiamento di Giorgio Bartolini sintetizzato da Simonetta Maccabei in un comunicato del Polo per Assisi: “Nessuna spiegazione è scaturita sul grave depotenziamento operato dall’Asl… solo per Assisi si registra la fine di un ospedale…”. Anche Edo Romoli, sulla base della propria esperienza politica ed amministrativa, ha rimarcato le promesse disattese dalla Regione (Consiglio comunale pubblico – 25 gennaio 2007), insistendo a considerare come prioritaria la copertura del primariato di Ostetricia e ginecologia determinante per una “filiera”. Ridefinire il ruolo del nosocomio assisano con tutela ed incremento delle potenzialità, tenendo conto in ogni modo delle nuove realtà sanitarie: questa l’opinione di Antonio Frascarelli. Va interpretato giustamente il concetto espresso dialetticamente da Francesco Rondoni: non occorre un decreto per annientare un ospedale; basta depauperarlo gradualmente di personale medico, paramedico, tecnico, ridimensionare al lumicino reparti e ambulatori; dopo di che, una volta privato e svuotato di pazienti, certificarne la morte. Morte per inedia. Stimolanti gli interventi dei volontari dell’associazionismo.

AUTORE: Francesco Frascarelli