“Salvate i giovani dal baratro e dalla disperazione della droga”: sono le parole della mamma di una delle ultime vittime. Un appello accorato rivolto non solo alle centinaia di persone che partecipavano ai funerali del figlio, trovato morto a 33 anni in un parco pubblico di Perugia, ma a tutti: genitori, nonni, fratelli, amici educatori, sacerdoti, politici. La droga è un veleno che fa male non soltanto a chi lo usa. Si pensi alla microcriminalità che alimenta, con la conseguente insicurezza per tutti, ma anche ai grandi traffici internazionali, alle mafie, agli ingenti capitali illeciti che determinano altre illegalità ed ingiustizie. E l’Umbria, e Perugia in particolare, sono al centro di questi traffici. Tutte le statistiche e tutte le indagini lo dicono. Forse sono numeri non sempre esatti ma che l’Umbria – ed in particolare Perugia – sia una sorta di “supermarket della droga” per una vasta area dell’Italia centrale è dimostrato dai risultati del lavoro svolto dalle forze di polizia: centinaia di arresti ogni anno con sequestri di ingenti quantità di droga (nell’ordine di qualche quintale negli ultimi 12 mesi) destinata al mercato locale. Sono state smantellate anche organizzazioni di trafficanti internazionali, arrestati corrieri, ma i canali di rifornimento non si sono mai interrotti, a dimostrazione che Perugia e l’Umbria sono considerati una piazza importante ed un mercato remunerativo. La stessa cosa avviene con la rete dello spaccio al minuto, nella quale i clandestini nordafricani svolgono un ruolo importante. Alcuni di loro, bloccati in momenti ed operazioni diverse, provengono da uno stesso quartiere di Tunisi. È successo anche che giovani sbarcati a Lampedusa qualche giorno dopo sono stati sorpresi a spacciare a Perugia, dove certamente erano attesi. Insomma, non appena qualcuno viene arrestato, ci sono altri pronti a prenderne il posto. Anche ricorrendo alla violenza. A Perugia nelle ultime settimane è un susseguirsi di risse e coltellate tra nordafricani. Gran parte dei protagonisti – e non è certo solo una coincidenza – hanno precedenti per spaccio. Dunque quello di Perugia è un mercato interessante, con un grande consumo di droga per la forte presenza di giovani e la numerosa clientela che proviene dalle regioni limitrofe per la sua posizione centrale tra Lazio, Toscana e Marche. Consumi che stanno aumentando in modo preoccupante anche a Terni, come dimostrano i due morti per overdose nelle ultime settimane, i sequestri di consistenti quantità di droga ed una serie di arresti di studenti, imprenditori e persone insospettabili per spaccio. È però doveroso ricordare che l’Umbria difende e consolida questo triste “primato” nazionale ormai da almeno un decennio. Da segnalare anche la recente decisione del Comune di Perugia di costituirsi parte civile nei processi per droga e la proposta del Pdl in Consiglio regionale di istituire il 26 ottobre di ogni anno una Giornata regionale per la lotta alla droga. Iniziative importanti, a patto che non restino soltanto un simbolo o un qualcosa da esibire nel dibattito sul problema droga, ma che siano invece di stimolo a contenuti per azioni concrete che coinvolgano l’intera società. Come ha chiesto quella mamma al funerale del figlio: “Salvate i giovani dal baratro e dalla disperazione della droga”. Tristi recorddell’UmbriaL’Umbria è la regione che in Italia ha il più alto numero di morti per droga in rapporto ai suoi abitanti. Giovanni Serpelloni, capo Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, in un recente convegno ha spiegato che a Perugia si registra un +26% di consumi di droghe rispetto alla media nazionale. Fonti varie indicano in 3.000 i “cocainomani” in cura presso i Sert dell’Umbria ed in 19.000 gli assuntori fissi e occasionali di stupefacenti. Si parla di un consumo medio quotidiano in Umbria di 6.000 dosi di stupefacenti vari. Soltanto le farmacie di Perugia vendono circa mille siringhe al giorno, troppe per i malati veri. Per disperazioneLa droga, come l’abuso dell’alcol, non è solo una sostanza, qualcosa da consumare: apparentemente è un rifugio per lasciare fuori la normalità della vita, con le sue preoccupazioni, le ansie, le insicurezze e le delusioni. Un rifugio che però presto diventa una prigione dalla quale non è facile uscire. Come è successo ad un giovane che, ospite di una struttura di accoglienzadell’Umbria, ha cercato di uccidersi dopo avere scritto in un biglietto “Non cercate di rianimarmi, se dovessi svegliarmi vi denuncio”. Invece lo hanno soccorso in tempo ed ora continua la sua lotta per uscire da quella sua prigione. “Il mio gesto – aveva scritto con qualche errore di grammatica – nasce dalla disperazione (parola sottolineata, ndr), non ce la faccio più ad affrontare la vita. Sono un perdente, un fallito e voglio passare a miglior vita”. E poi una preghiera: “Forse Dio non è mai stato dalla mia parte o forse sono stato io a non stare dalla sua. Spero mi accolga”. Per fortuna è stato soccorso in tempo e salvato. Adesso tocca a noi, alla società, aiutare lui e tanti altri come lui, ed “accoglierli”.
“Salvate i giovani dalla droga”
Appello della mamma di una vittima. Un problema che ci riguarda tutti, ma le risposte per ora sono state insufficienti: l’Umbria è da anni una delle capitali italiane dello spaccio
AUTORE:
Enzo Ferrini