La crisi di Terni è sempre più profonda, e inesorabilmente sembra spingerla verso quel baratro nel quale nessuno vorrebbe vederla sprofondare. La crisi occupazionale ed economica innanzi tutto, alla quale, in un triste scenario da tragicommedia, si aggiunge quella istituzionale, con il sindaco Leopoldo Di Girolamo che, al termine di una settimana trascorsa tra incontri, confronti e scontri politici con la “sua” maggioranza, martedì 3 ha rassegnato le dimissioni davanti al Consiglio comunale. Una crisi già annunciata, risultato di una guerra intestina nella coalizione di maggioranza del centrosinistra, che nel confronto sul bilancio di previsione 2011 si è ben presto frantumata, perdendo così i numeri necessari per consentire all’attuale Giunta di continuare a governare la città. Una crisi di cui Terni, in questo difficile momento e secondo il comune sentire della gente, avrebbe fatto volentieri a meno e che non merita affatto. In una città in cui si fa fatica a mantenere il decoro di quanto realizzato dal dopoguerra ad oggi, che cerca con le unghie di aggrapparsi alle poche speranze risolutive della crisi del polo chimico, che cerca di difendere le scarse risorse legate all’università e all’industria, che soprattutto vuole essere ancora città vivibile, accogliente e tranquilla, ci si azzuffa non solo per questioni rilevanti quali potrebbero essere la partita del sociale e welfare o il riassetto dell’Azienda farmaceutica municipale, ma anche per sottili questioni di primati. Una crisi che ha radici politiche e non solo, quando in campo scendono personalismi e protagonismi, giochi di potere che non fanno bene a chi li innesca, e tantomeno al bene comune della città, e che soprattutto minano la fiducia degli elettori. Una crisi seria, che potrebbe avere anche strascichi oltre le mura di palazzo Spada.Per Terni la prospettiva è quella di nuove elezioni, se, nei venti giorni che la legge mette a disposizione del sindaco dopo le dimissioni, non si riuscisse a ricostituire una maggioranza solida e coesa. Di Girolamo, che si è dichiarato ottimista, è già al lavoro per cercare di ricucire lo strappo, avendo avviato una serie d’incontri e colloqui con le diverse componenti sociali per avere valutazioni, consigli e indicazioni dalla città, dai quali costruire un programma condiviso che riesca a mettere tutti d’accordo e da cui ripartire. Un lavoro non facile, che però potrà avere risultati positivi se i tanti protagonisti diretti e indiretti di questa vicenda saranno capaci di un gesto concreto di responsabilità e, ancor prima, di dignità.
Una crisi di troppo a Terni
Le dimissioni del Sindaco, causate da “personalismi”
AUTORE:
Elisabetta Lomoro