“Legami appesi ad un filo” è il titolo del convegno regionale promosso il 30 aprile all’Istituto Serafico di Assisi dall’Associazione italiana consulenti coniugali e familiari (Aiccef), in collaborazione con l’associazione “Pro Famiglia”. Dentro l’involversi di una crisi relazionale che pare generalizzata e incide sempre più negativamente nell’intero tessuto sociale, viene proposta e presentata la figura attuale eppur “antica” del consulente familiare. Sebbene il tema sia “emergente”, l’approccio che viene fatto in questa specifica relazione d’aiuto è di tipo “immergente”, di tipo cioè socio-pedagogico in senso ampio. Il consulente, in quanto attento alla persona nella sua interezza/integrità, sa che ciascuno vive la sua “emergenza” ogni volta che attraversa una crisi o si trova di fronte ad un ostacolo che rallenta o blocca la sua crescita personale e relazionale. Quando, nel dopoguerra, grazie a don Paolo Leggeri che fonda l’istituto “La Casa” di Milano, comincia a muovere i primi passi in Italia l’idea di un sostegno alle famiglie uscite a pezzi dall’esperienza della guerra, c’era, è vero, un’emergenza di dimensioni ciclopiche, ma con lo svilupparsi ed il definirsi meglio, la consulenza familiare, e quindi la figura del consulente, viene perdendo la patina di un “pronto soccorso per famiglie” e viene prendendo corpo il suo profondo lavoro in senso educativo fondato sull’ascolto, l’accoglienza e l’empatia che permette a chiunque di recuperare o riscoprire le risorse necessarie per rilanciare il proprio progetto di vita, fondandolo sulla libertà nella responsabilità. Possiamo dire che il lavoro del consulente familiare abilita le persone ad occuparsi esse stesse delle emergenze che vengono ad affrontare, come persone, come familiari, come cittadini. Quello del consulente familiare è un lavoro silente ma prezioso, svolto nella discrezione per garantire privacy e protezione, ma foriero di benessere e di qualità nuova nelle relazioni. La similitudine con gli ampi spazi di terra umbra dove gli alberi dei boschi crescono senza far rumore, ma rinnovano costantemente l’aria che respiriamo, può essere in questo senso emblematica. A fronte di una diffusa dinamica del pre-valere intorno e dentro le relazioni significative, il consulente familiare si occupa del “valere” delle singole persone, della qualità delle loro relazioni e, logica conseguenza, della possibilità concreta di recuperare il senso del loro agire sociale. Dove sono in UmbriaConsultorio “La Famiglia” di Assisi: sono operativi circa 25 consulenti (20 operativi e 5 in tirocinio formativo). Sede in viale Michelangelo 39, a Palazzo di Assisi. Orari: segreteria aperta il martedì ore 10-12 ed il giovedì ore 16-18; tel. 075 8038197. FOLIGNODue consulenti (due corsi di formazione in atto), sede presso il “centro Amore e Vita” piazza San Giacomo a Foligno; segreteria martedì 10-12 giovedì 16,30-18; tel. 0742 340530. SPOLETODue consulenti, sede presso il “Centro d’ascolto” della Pastorale familiare, via Interna delle Mura a Spoleto; segreteria aperta martedì ore 16-18 e giovedì ore 10-12; tel. 0743 48745. GUBBIODue consulenti, sede presso l’ufficio di Pastorale familiare, via A.Ubaldini 22 a Gubbio; segreteria aperta il martedì ore 10-12; tel. 075 9272697 (e reperibilità continua al 348 2211587). PERUGIAQuattro consulenti (di cui due in formazione), inseriti dentro la realtà della “Casa della Tenerezza” a Montemorcino. CITTÀ DI CASTELLOPer il momento, solo consulenti in formazione, non ancora operativi.
Consulenti familiari. Chi sono e cosa fanno
Il 30 aprile si terrà ad Assisi il convegno regionale
AUTORE:
Simone Palazzolo