Una soleggiata mattinata primaverile ha accolto gli 85 migranti provenienti dalla Tunisia, il primo gruppo destinato alla provincia di Terni. Presso la Caritas diocesana di Terni, sede operativa per l’accoglienza, è stato fornito un pasto caldo, assistenza medica e avviato il disbrigo delle prime pratiche burocratiche, con l’ausilio di tecnici della protezione civile e mediatori linguistici. Il tutto in un clima di tranquillità e serenità. I volontari hanno prestato ogni attenzione alle richieste dei migranti, visibilmente provati dal lungo viaggio e dalla difficile esperienza. Tutti giovani tunisini, con un’età media di 25-30 anni, che hanno lasciato il loro Paese perché non offre più possibilità di lavoro, e soprattutto in cerca di libertà. Dalla sede della Caritas 23 hanno raggiunto Orvieto, 12 sono stati trasferiti a Ferentillo, gli altri sono rimasti a Terni: 10 sono stati alloggiati a “Casa Parrabbi”, 8 alla casa famiglia San Gabriele e 32 nell’ex convento di Santa Cecilia a Collescipoli. Già nel pomeriggio si è cercato quindi, grazie al contributo delle associazioni di volontariato cattolico, di dare anche dei vestiti e scarpe a chi ne era sprovvisto, o almeno un ricambio per tutti. Ora la vita nelle case di accoglienza scorre nella tranquillità, riflettendo su quale potrà essere il prossimo futuro che attenderà questi migranti. Grande la mobilitazione da parte non solo del mondo cattolico ma dei Comuni, Arci, protezione civile e delle forze dell’ordine. A Terni ad accogliere i migranti anche il vescovo Vincenzo Paglia e il sindaco Leopoldo Di Girolamo. È stato il vescovo Vincenzo Paglia nella sala della mensa San Valentino a salutare i giovani tunisini ricordando il difficile percorso che li ha portati a lasciare casa e famiglia. “Terni è una città accogliente e solidale – ha detto il vescovo, a Terni siete nella città dell’amore e della fraternità, la città di san Valentino, lo conoscete?”. In molti hanno sorriso e annuito. “San Valentino il patrono dell’amore ci fa sentire come una grande famiglia, e così desidero che sia la vostra permanenza qui, come in famiglia” e tutti hanno applaudito il Vescovo. “Abbiano posto in essere – ha detto il sindaco Di Girolamo – un’accoglienza degna della nostra tradizione e della nostra civiltà, con l’obiettivo di evitare ogni tensione sociale. Tutto questo grazie alla collaborazione storica esistente nella nostra regione tra la rete delle associazioni e le istituzioni. Abbiamo provveduto a tutte le azioni necessarie per garantire loro l’essenziale: tra le altre cose è stato anche messo a punto un protocollo con l’Azienda sanitaria locale per l’assistenza sanitaria”.