Nella civiltà delle immagini, anche le parole giungono al loro pieno e penetrante significato quando possono essere “immaginate”, anche senza che siano necessariamente trasferite visivamente in forme, figure e colori. L’annuncio di Benedetto XVI di recarsi ad Assisi, nella città di San Francesco, a pregare per la pace nel mondo, facendo un pellegrinaggio insieme a esponenti della galassia globale delle principali religioni esistenti, ha già colpito la fantasia e acceso un sentimento di speranza. Le parole che vanno in circolo sono cariche di emotività e di suggestione, accresciuta dal mezzo di trasporto più antico tra i moderni: il treno da Roma, come fece Giovanni XXIII nel 1962. Un treno che si fermava ad ogni stazione, dove la gente affluiva a salutare il Papa che benediceva le persone dal finestrino. Avviene questo processo mentale di raffigurazione emotiva anche per altre iniziative di Benedetto XVI, ad esempio quando ha presentato ed ha dato il via all’iniziativa di dialogo con la cultura denominata “Cortile dei Gentili”. Chi riflette, “vede” un ampio spazio con gente che va e viene: alcuni vanno nel tempio, altri ne escono, altri ancora rimangono a parlare senza entrare, alcuni stanno vicino all’ingresso, altri si trovano proprio ai margini, pronti ad andare altrove. In tutti i casi e in tutte queste posizioni, si trova una corrispondenza veritativa profonda. Papa Benedetto vuole annunciare che lui, messaggero di Cristo, è anche messaggero di pace; che questa è per tutti gli uomini e le donne, le famiglie e le nazioni della Terra, a qualunque cultura e religione appartengano. Ma la pace non è alla portata degli uomini, come dimostra la millenaria storia dell’umanità… deve quindi essere invocata da Dio e affidata al cuore e alle coscienze di persone convertite al volere di Dio, Creatore e Padre di tutti. Questa preghiera ognuno la compia nel modo che la sua fede gli suggerisce; e quando saremo insieme, ognuno la rivolgerà a Dio attraverso un silenzio pieno di presenza dell Spirito. “Ogni cosa vera, da chiunque sia detta, viene dallo Spirito santo” (san Tommaso d’Aquino) e ciò vale anche per ogni preghiera sincera uscita da un cuore piegato nell’adorazione di Dio. San Francesco ne è modello universale, riconosciuto. La giornata di preghiera per la pace che si svolgerà a distanza di 25 anni dalla prima e unica esperienza del genere porta con sé il fascino della novità di allora e la fatica dello sperare, nonostante le delusioni e le provocazioni che in questi venticinque anni sono verificate, con esiti persino tragici come l’attacco pseudo-religioso islamico dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle di New York. La cifra essenziale della proposta del Papa – come è stato sottolineato nella conferenza stampa di presentazione dell’evento, e sottolineato da mons. Sorrentino nel suo articolo a pag. 13 di questo numero de La Voce – è il pellegrinaggio. Non importa da dove si parte, importa dove si è diretti e per quale via. Il Papa porta il vessillo che indica la direzione e la via. Chi si mette contro, non ha capito, e preferisce i soliti viottoli del proprio bosco o giardinetto, che non portano da nessuna parte. Programma ufficiale del 27 ottobre 2011Le delegazioni partiranno da Roma, in treno, la mattina del 27 ottobre, insieme con il Papa. All’arrivo ad Assisi, ci si recherà presso la basilica di Santa Maria degli Angeli, dove avrà luogo un momento di commemorazione dei precedenti incontri e di approfondimento del tema della Giornata. Interverranno esponenti di alcune delle delegazioni presenti; prenderà la parola anche Benedetto XVI. Seguirà un pranzo frugale, condiviso dai delegati: un pasto all’insegna della sobrietà, che intende esprimere il ritrovarsi insieme in fraternità e, al tempo stesso, la partecipazione alle sofferenze di tanti uomini e donne che non conoscono la pace. Sarà poi lasciato un tempo di silenzio, per la riflessione di ciascuno e per la preghiera. Nel pomeriggio, tutti i presenti in Assisi parteciperanno ad un cammino che si snoderà verso la basilica di San Francesco. Sarà un pellegrinaggio, a cui prenderanno parte nell’ultimo tratto anche i membri delle delegazioni; con esso si intende simboleggiare il cammino di ogni essere umano nella ricerca assidua della verità e nella costruzione fattiva della giustizia e della pace. Si svolgerà in silenzio, lasciando spazio alla preghiera e alla meditazione personale. All’ombra della basilica di San Francesco, là dove si sono conclusi anche i precedenti raduni, si terrà il momento finale della giornata, con la rinnovazione solenne del comune impegno per la pace. In preparazione a tale Giornata, Benedetto XVI presiederà in San Pietro, la sera precedente, una veglia di preghiera, con i fedeli della diocesi di Roma. Le Chiese particolari e le comunità sparse nel mondo sono invitate ad organizzare momenti di preghiera analoghi. Nelle prossime settimane i Cardinali presidenti dei Pontifici consigli per la promozione dell’unità dei cristiani, del dialogo interreligioso e della cultura dirameranno gli inviti, a nome del Santo Padre. Il Papa chiede ai fedeli cattolici di unirsi spiritualmente alla celebrazione di questo importante evento, ed è grato a quanti potranno essere presenti ad Assisi per condividere questo ideale pellegrinaggio.
Umanità pellegrina per la pace
Benedetto XVI. Programma della Giornata di preghiera ad Assisi, il 27 ottobre
AUTORE:
Elio Bromuri