Domenica 27 marzo a Perugia l’Azione cattolica delle otto diocesi umbre ha avviato un percorso di “discernimento comunitario” per comprendere che cosa sta cambiando nella realtà umbra ecclesiale ma anche in quella sociale, politica, economica, e per capire quale può essere il contributo dei cattolici. L’idea, illustrata nel documento redatto in preparazione al primo incontro (presentato nell’ultimo numero de La Voce), ha mosso i primi passi con il dibattito introdotto da Luca Diotallevi, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei Cattolici italiani, nonché aderente all’Associazione. Diotallevi ha presentato una analisi problematica del ruolo dei laici in questo contesto, in particolare nelle realtà umbre. Molteplici sono stati gli interventi che hanno toccato e fatto emergere bisogni, urgenze e desideri diversi, da una più attiva partecipazione alla vita sociale, a una maggior conoscenza del significato e dei risvolti pratici del Bene comune da parte delle giovani generazioni, ad un impegno attivo negli ambiti e sui temi cari alla gente comune, che frequenta le parrocchie, che abita le piazze. L’incontro, spiega il delegato regionale Stefano Sereni, ha fatto emergere l’urgenza di trattare queste tematiche non limitandosi alle parole, ma passando a proposte concrete d’impegno dell’Azione cattolica nei confronti delle sue diverse e sfaccettate realtà territoriali, di ascolto dei bisogni e realizzazione di progetti. Un incoraggiamento a proseguire su questa linea è giunto dall’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti il quale, concludendo l’omelia della messa celebrata al termine della giornata ha esortato l’Ac al “coraggio” pur tra le molte difficoltà. “La nostra Chiesa intende sostenerti – ha detto mons. Bassetti – ma è soprattutto il Crocifisso, morto e risorto, che illumina i tuoi passi. E allora riscopri il ‘vento leggero dello Spirito’ nella vita degli uomini di oggi; comprendi cosa fare per la nostra Chiesa umbra oggi; scegli quelle che sono le ‘priorità’ per tornare all’essenziale”. “Un’Azione cattolica che ha oggi il coraggio di confrontarsi, di pensare, di discernere e decidere, – aveva detto il Vescovo – è certamente in grado di dire e di dare alla nostra regione proposte e progetti con quell’amore e fedeltà verso la Chiesa, che contraddistingue la nostra associazione, fin dalle sue ormai lontane origini e radici. In una società che rischia sempre più di camminare su di una deriva improntata al relativismo etico e dottrinale, alla frammentazione individualistica, immersa in un drammatico processo di sculturizzazione, come ho rilevato anche in un recente intervento sul settimanale “La Voce”, in un momento storico in cui anche le grandi intuizioni del Concilio sembrano in parte affievolirsi, l’Ac sempre più deve approfondire la propria vocazione e far sentire nella Chiesa il suo impegno e la forza evangelica delle sue proposte”. “C’è il rischio di una eccessiva ‘clericalizzazione’ dei ruoli del laicato” ha avvertito mons. Bassetti esortando l’Ac ad essere “segno luminoso di speranza con una più intensa presenza del laicato cattolico all’interno della nostra Chiesa”. Ed ha quindi ricordato che il “sacerdozio regale, fondato sul battesimo spetta in pieno anche ai fedeli laici, non è un semplice onore, ma crea per tutti delle gravi e stupende responsabilità: da questo sacerdozio dei fedeli scaturisce una irresistibile spinta all’apostolato verso i fratelli”.
L’Ac: confronto e azione
Il 27 marzo si è svolto un incontro con i responsabili delle otto diocesi
AUTORE:
Maria Rita Valli