Il libro Protagonisti del rinnovamento è uno dei testi editi dall’Ave nel 2008 che trattano a livello di storia locale delle vicende dell’Azione cattolica in occasione dei centoquarant’anni dell’Ac, scaturito dalla penna e dalla ricerca d’archivio di Luca Oliveti, già presidente diocesano a Perugia negli anni 1995-2001. Il testo è strutturato per cerchi concentrici e ripercorre un periodo storico ed ecclesiale particolarmente impegnativo , dagli anni Sessanta ai primi anni Settanta, ossia il tempo della celebrazione del Concilio Vaticano II e della sua iniziale applicazione. Un primo livello di lettura dell’agile pubblicazione ci consente di ripercorrere, con gratitudine e simpatia come fa l’autore, fatti e vicende, rievocando le speranze ed anche il travaglio che vissero in quel tempo tanti Pastori e laici, alla ricerca di un modo sempre più adeguato di incarnare la fede, avvicinando di più gli uomini al Vangelo, ma anche il Vangelo alla storia. Erano gli anni cui parole come “dialogo” , “evangelizzazione e promozione umana”, “rinnovamento” ed altre cercavano di fare breccia nella stessa Chiesa, come atteggiamento nuovo per interloquire con un’umanità che, d’altro canto, si avvertiva allontanarsi da Dio per via della crescente secolarizzazione. Un secondo livello è quello di chi cerca di comprendere che tipo di rinnovamento era esigito. L’autore mostra, richiamando esplicitamente altri studi e sottolineando in particolare il valore della cosiddetta “scelta religiosa” operata da Vittorio Bachelet e da mons. Franco Costa, con l’esplicito avallo di Papa Paolo VI, come quella profezia chiedeva alla più grande ( e in quel tempo quasi unica) espressione del laicato cattolico italiano di convertirsi verso una riscoperta del primato del Vangelo nella sua finalità aggregativa di fondo, aggiornando metodi e linguaggi, e che l’interpretazione del distacco dal collateralismo con la Dc, tipico di una precedente stagione storica ben circostanziata, era solo un aspetto, pur importante, della questione. È nota la fatica che comportò la riconversione, anche organizzativa ed economica, dell’Ac a livello nazionale, con un’emorragia di iscritti che anche in Umbria fu consistente. L’autore mostra la strada stretta, coraggiosa, umile e tenace, che percorsero coloro che rimasero dentro l’Ac e che, sostenuti dai Vescovi e da tanti parroci, realizzarono un itinerario di rinnovamento catechistico e formativo che ha fatto penetrare, nel concreto di tante comunità cristiane, i semi del rinnovamento conciliare, dando un contributo a quella formazione delle coscienze, specie giovanili di cui, oggi con particolare urgenza, si avverte la necessità. Gli eventi della stessa stagione della cosiddetta “contestazione” (studentesca, politica ed anche ecclesiale) non devono veder comparire sul banco degli imputati anche l’Azione cattolica, svalutandone così il suo ruolo educativo che permane tutt’oggi, pur non misconoscendo che anche l’Ac ebbe le sue difficoltà nel mantenere salda la rotta. Oggi i tempi sono profondamente mutati, siamo in un’epoca in cui si parla di una nuova evangelizzazione a fronte di sfide culturali grandi: l’Ac, che oggi ha un profilo più ridotto numericamente ed opera in un contesto di pluralismo intraecclesiale, può dare ancora un valido contributo, perseverando nella formazione spirituale e umana dei suoi aderenti, favorendo legami di comunione e sostenendo un atteggiamento di dialogo sincero con il mondo, che necessita di uomini e donne che non si muovono più “qual falange”, ma come “evangelizzatori perché testimoni”.