La Scienza, la Fede, il Cardinale

Editoriale

Abbiamo avuto l’occasione di scrivere altre volte del cardinale Bagnasco, un personaggio di primo piano della Chiesa e della società civile italiana per le sue dichiarazioni ufficiali. In particolare abbiamo scritto di lui e raccontato la sua presenza in Umbria, in due occasioni: quando ha presieduto l’assemblea della Cei in Assisi, e poi quando è stato a Spoleto e Cascia nel novembre scorso, invitato dall’arcivescovo Boccardo. In questa occasione ha avuto modo di esprimere soddisfazione e meraviglia per le cose viste e l’accoglienza ricevuta. Ora lo abbiamo a Perugia nella sede culturalmente più prestigiosa, l’aula magna dell’Università degli studi. Personaggi religiosi invitati prima di lui sono stati Papa Giovanni Paolo II nell’ottobre 1986 e il Metropolita russo Kirill, ora patriarca ortodosso di Mosca, nel 2002, quando ricevette la laurea honoris causa. Il tema richiesto al card. Bagnasco è “La scienza e la fede, due vie per la formazione dell’uomo”. Questo evento, da tempo preparato e atteso, rappresenta simbolicamente una ricerca che non può essere relegata nei tempi passati e che non è mai totalmente risolta, come può apparire dalle pagine interne del giornale che riportano un dibattito in corso su scienza e fede. Scriverne oggi su questo giornale, nella stessa data della conferenza del Cardinale (11 marzo), è un atto di speciale saluto e di fervida accoglienza, ritenendo di rappresentare in questo modo i lettori, interessati di conoscere il pensiero della Chiesa sui grandi temi della fede e della vita. Desideriamo però anche rimarcare alcuni aspetti della nostra storia di cittadini di una città e regione che spesso sembra dimentica del suo passato ed anche del suo presente. L’arcivescovo Bagnasco, entrando nell’aula magna dell’Università trova un grande bassorilievo sul fronte interno due grandi simboli che campeggiano nello stemma dell’ateneo, il Grifo e il Vescovo. Due simboli che potrebbero sembrare impropriamente abbinati, ma che stanno lì e non possono essere ignorati. Come non può essere ignorato che l’Università degli studi è nata per impulso comunale di maestri e discepoli, e per decreto papale e imperiale. La dualità dei simboli e delle autorità, come la dualità degli ambiti di ricerca e di studio, sono anche le due fondamentali dimensioni del pensiero umano, la scienza e la fede, la ricerca dell’immanente e del trascendente. Per questo scienza e fede non possono ignorarsi e devono essere poste in dialogo. Sembrerebbe ovvio e scontato. Ma non lo è mai pienamente e per tutti. C’è un disagio che si percepisce a causa di chi tende a dar ragione solo alla ragione, e non immagina che la ragione possa qualche volta sbagliare e anche di chi tende a seguire solo una fede pervasa di sentimento e sganciata da ogni intelligenza. Spesso prevale la pigrizia mentale e il rifiuto della fatica del pensare. Non è fuori luogo a questo proposito richiamare il monito del cardinale Bagnasco, riportato in un recente articolo su Avvenire in cui invita a porsi In ascolto della vita, ed a educare a ciò i giovani. Ascoltare la vita nella sua complessità rende paradossalmente più semplice sciogliere i “complessi” nodi del sapere e dello stesso esistere.

AUTORE: Elio Bromuri