Lavoro delicato poco conosciuto

Padre Krzysztof Pawlik è il nuovo vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale. Per l’inaugurazione sarà presente il card. Fortunato Baldelli

L’inaugurazione dell’Anno giudiziario del tribunale ecclesiastico umbro è sempre un’occasione di riflessione sullo stato di salute dei matrimoni celebrati in Chiesa, sulla preparazione dei futuri sposi alla celebrazione del sacramento e, non ultimo, occasione per far conoscere il senso profondo dei processi di nullità matrimoniale e per fare chiarezza sulle modalità di accesso e i costi. Ne parliamo con padre Krzysztof Pawlik OFM Cap, appena una anno fa nominato dalla Conferenza episcopale umbra vicario giudiziale, succedendo a mons. Pierluigi Rosa. Il Tribunale ecclesiastico regionale umbro è un tribunale di prima istanza competente per le cause di nullità matrimoniale per le Diocesi umbre. Nell’anno 2010 su 175 cause trattate ne ha concluse 90, delle quali ben 83 con sentenza affermativa, solo 5 con sentenza negativa, e in due casi hanno rinunciato a proseguire. Nelle cause concluse con sentenza affermativa i giudici hannno ritenuto che il sacramento non era stato celebrato validamente mancando i requisiti richiesti per la sua validità. Nel dettaglio, in tre casi uno o entrambi i coniugi avevano escluso il matrimonio, un un caso la sacramentalità, in 13 casi era esclusa la indissolubilità del matrimonio e in 21 la prole, mentre solo in due casi la fedeltà. Anche in questo ultimo anno la ragione più frequente, ben 36 casi, per cui il sacramento celebrato viene dichiarato nullo (ovvero inesistente) è per la “incapacità” a contrarre matrimonio, come indicato al canone 1095 del Codice di diritto canonico.Padre Pawlik, a leggere questi numeri sembra che i matrimoni celebrati in Chiesa siano quasi tutti nulli. Come è possibile? “In effetti potrebbe sembrare che noi, in Umbria, siamo di “manica larga” nell’emettere le sentenze affermative. A proposito però vorrei ricordare che i nostri patroni stabili nell’arco dell’anno 2009, complessivamente, hanno fatto oltre 300 consulenze legali, di cui solo 50 sono state presentate all’esame processuale; e i patroni esterni hanno presentato 43 cause. Nell’anno 2010 le consulenze sono state altrettanto numerose e il numero delle cause introdotte dai Patroni stabili sono state 53 e 33 dagli avvocati esterni. Queste cifre dicono da sole quale filtro importante esercitano i Patroni stabili, con un servizio, tra l’altro, gratuito”.vIl riconoscimento della nullità del sacramento celebrato in Chiesa ha degli effetti civili che a volte vengono visti come ingiustizia …“Nell’ultimo periodo sono aumentate molto le cause conflittuali, con delle contrapposizioni delle parti convenute, assolutamente legittime e riconosciute dalla vigente legislazione. Il motivo per cui la parte si oppone al processo di nullità, spesso non ha nulla a che fare con le motivazioni di fede nel desiderio di salvare il matrimonio, ma si oppone per tutelare altri interessi, che seppure legittimi sono estranei al nostro procedimento”. Se il Tribunale ecclesiastico riconosce la nullità del matrimonio di fatto afferma che il matrimonio non c’è mai stato. È questo il problema? “La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2600 del 4 febbraio 2010, ha sancito che la sentenza del Tribunale ecclesiastico cancella l’obbligo del mantenimento del coniuge fin dall’inizio e pertanto il coniuge che in virtù di una pronuncia di divorzio ha percepito l’assegno deve restituire tutte le somme avute a tale titolo anche se con la sentenza 1343 del 20.01.2011 ha posto dei limiti”. Il Servizio del Tribunale ecclesiastico è poco conosciuto … “Sì, anche nella Chiesa, per questo abbiamo realizzato il nostro sito internet www.tribunaleecclesisticoumbro.it dove è possibile trovare tutte le informazioni utili, da dove siamo a cosa facciamo, dai contenuti essenziali del matrimonio cristiano al processo di nullità e relativi costi. Ci sono anche i numeri di telefono e indirizzo perchè il sito vuole orientare in modo corretto le persone, ma non può sostituire una consulenza su casi concreti”.

AUTORE: Maria Rita Valli