Il Signore visita il suo popolo

Al via la visita pastorale del Vescovo nel vicariato di Assisi. Il senso dell’evento è stato ben delineato dal Vicario foraneo

Davvero momento epifanico della Chiesa quello vissuto domenica 23 gennaio scorso nella cattedrale di San Rufino per l’inizio della visita pastorale al vicariato di Assisi. Vicariato che comprende le quattro parrocchie di Assisi (San Rufino, Santa Margherita, Santa Maria Maggiore, San Pietro), San Vitale nella frazione di San Vitale, le parrocchie di Santa Maria e Santo Stefano in Costa Trex e Santa Maria di Lignano, e quella dei Santi Lorenzo e Anna in Porziano. Una presenza corale e attiva, espressione della comunione che unisce e sempre più deve unire le comunità del vicariato, ha mostrato la bellezza della “genuina natura della vera Chiesa”. Ha espresso, insieme, la gioia nell’accoglienza del Pastore. E ha raccontato visibilmente il senso della visita pastorale. Senso che il Vicario foraneo e parroco della cattedrale ha espresso nel suo saluto, a nome di tutti i parroci del vicariato, all’inizio della celebrazione. Partendo dalla lettera ai cristiani di Smirne di sant’Ignazio di Antiochia, infatti, ha ricordato che “dove compare il vescovo, là sia la comunità, come dove c’è Gesù Cristo ivi è la Chiesa cattolica” (VIII, 2); e, citando, Giovanni Paolo II, che “la visita pastorale si mostra qual è, un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo” (Pastores gregis 46). La visita pastorale, infatti, al di là degli adempimenti canonici, pur indispensabili per una corretta amministrazione della vita diocesana, è anzitutto l’espressione della sollecitudine del Pastore per il gregge che gli è stato affidato. E nello stile del pastore grande delle pecore (Eb 13,20). Così, infatti, Paolo esorta ad agire gli anziani nel suo commiato da Efeso: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue” (At 20,28). E la Prima lettera di Pietro (5,2): “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. In quest’ottica, l’invito del vicario foraneo al Vescovo si è così specificato: “Entri, dunque, nelle nostre chiese e ci ridoni l’orgoglio di essere popolo che Cristo si è acquistato a prezzo del suo sangue. Entri nelle nostre case e rinnovi il saluto di pace di Gesù risorto. Si chini sulle ferite, fisiche e morali, nostre e di tanti nostri fratelli e sorelle che hanno bisogno dell’abbraccio tenero del padre per comprendere un senso che sfugge a logiche ‘troppo umane’. Ascolti, con la stessa benevolenza del Maestro, le lodi per il bene compiuto, ma ancor più le critiche e le lamentele di quanti non vedono il bene perché, forse, distratti dalla ricerca di un ‘parziale e limitato’ meglio”.

AUTORE: Padre Giovanni Raia