Bikiki non c’è, anzi eccolo!

Spettacolo messo in scena a Ellera (Pg) dagli ospiti della casa di accoglienza “Emmaus” di Lidarno

Dopo molti mesi di volenteroso impegno, di prove e tanto sano divertimento, domenica 9 gennaio “Bikiki non c’è…” ha fatto finalmente la sua comparsa sull’accogliente palcoscenico del teatro dell’Arca a Ellera. Lo spettacolo era il frutto di un viaggio iniziato circa un anno fa, “fra appiedati ed arruotati”, alla casa accoglienza “Emmaus” di Lidarno (Pg). Come ogni viaggio che si rispetti, tutto è iniziato un po’ per caso, senza precisi ed irrevocabili limiti di tempo e senza invalicabili requisiti da dover presentare: ciò che contava era fare il primo passo, iniziare prima di tutto a viaggiare, partendo proprio dai nostri cosiddetti limiti. Ora, siccome molto spesso si dice che un viaggio non ha ragione d’esistere senza una sua propria mèta, ci si potrebbe subito chiedere: quale traguardo si voleva tagliare? Il corso teatrale svolto dai ragazzi e dalle ragazze di “Casa Emmaus”, ideato e realizzato con la partecipazione di menti e di cuori animati da vivo desiderio, è stato, fin dall’origine, una ricerca rivolta a ciò che più desideriamo e che più difficilmente riusciamo a trovare: una ricerca del proprio posto e della propria identità, nella consapevolezza che il limite di ciascuno di noi è in realtà la risorsa più importante da valorizzare. Il progetto teatrale ha voluto giocare particolarmente sulla rappresentazione, nel corso del primo atto, di situazioni assurde e paradossali, con l’intento di visualizzare alcune esperienze direttamente vissute da molti ragazzi di Casa Emmaus, e di accentuarne la portata, al fine di far annunciare implicitamente alle stesse rappresentazioni sceniche alcune domande: perché sono tutti ciechi? Perché nessuno mi ascolta? Perché non mi fanno parlare? Hanno preso parte allo spettacolo circa 25 attori, senza che contasse altra distinzione che quella espressa da una buffa e ridente formula, ormai divenuta rituale nel corso della preparazione delle attività di Casa Emmaus: appiedati ed arruotati. Insomma, ecco che le domande di cui sopra iniziano a colorarsi di tinte più chiare, e si può iniziare a rivelare il profondo spirito di ricerca che le sottende: scoprire i propri limiti attraverso quelli dell’altro, scoprire che i desideri non hanno né scadenza né precipizio, scoprire che attraverso i propri limiti possiamo prendere il volo con più forza e con meno paura. “Bikiki non c’è…” si è rivelata un po’ come l’eco sottile e sorprendente che ha accompagnato i lavori d’allestimento dello spettacolo, quell’apparentemente innocua ed incomprensibile espressione verbale in cui, fin dall’inizio, era racchiuso il segreto di questo viaggio alla ricerca dell’indicibile, dell’ineffabile, di ciò che non sembrerebbe aver mai definizioni o termini alla sua portata. Si potrebbe dire che il viaggio teatrale di Casa Emmaus non ha percorso grandi distanze, visto che un posto per Bikiki c’è stato fin da sempre: Bikiki è proprio vicino a noi, è dentro di noi, “Bikiki è sotto il letto”. E allora, quale è stato il significato di questo viaggio inarrestabile alla ricerca di quello che in ognuno di noi non riesce ad aver nome? Durante il corso di questo viaggio, si è riconosciuto un valore di verità all’opinione secondo cui, spesse volte, ciò che ci si propone di ricercare, è qualcosa di vicinissimo a noi stessi, di cui abbiamo perso padronanza e coscienza. Così, passo dopo passo, prova dopo prova, ogni partecipante, ogni appassionato teatrante, ha cercato di dare il proprio contributo alla ricerca, perché si rivelasse Bikiki sotto il proprio letto, donando a tutti gli altri la possibilità di rendersi conto che, ad abbracciare le sfumature personali di ognuno, è presente un’unica parola di cui riappropriarsi: Bikiki è l’Amore!

AUTORE: Alessio Ortica