La tragedia dei copti egiziani è stata sentita anche qui

GUALDO TADINO. Celebrazioni natalizie ortodosse

Erano tanti, giovedì 6 gennaio, i copti umbri e marchigiani che si sono ritrovati presso la chiesa copta di Santa Marina a Gualdo Tadino, inaugurata quattro anni fa con una solenne cerimonia ecumenica che ha lasciato il segno sia nei copti sia nei cattolici. E i buoni rapporti fra i gualdesi e i copti si sono percepiti anche in questi giorni, con la solidarietà, discreta e mai invadente, che è stata espressa alla comunità copta dai gualdesi. “Il popolo gualdese si è rivelato colmo di affetto nei nostri confronti, cosa che ci rende orgogliosi di farne parte” ci dicono, sottolineando la “premura” con cui la gente ha manifestato grande sostegno. A partire dal parroco di San Benedetto, don Gianni Brunetti, e dal vescovo diocesano, mons. Domenico Sorrentino, che ha indirizzato una lettera di solidarietà e di conforto. Alle 22, ora di inizio della lunga ed articolata veglia del Natale ortodosso (che cade, secondo il vecchio Calendario giuliano, il 7 gennaio), i copti hanno ricevuto la visita di giornalisti di varie testate e di una troupe della Rai, che ha effettuato un lungo servizio. All’interno dell’edificio, fedeli provenienti non solo gualdesi ma anche provenienti da Perugia, Torgiano, Fabriano, Jesi e Civitanova Marche. Una comunità numerosa, anche se meno festosa del solito: più che imbarazzo per l’insolita attenzione di cui sono oggi oggetto, si è percepito un grande e comprensibile scoramento. Ancora grande è, infatti, il dolore per l’atroce attentato di capodanno, nel quale hanno perso la vita 21 copti ad Alessandria d’Egitto, anche perché, fra coloro che hanno visto con i propri occhi l’orrendo massacro, ci sono alcuni conoscenti diretti proprio della comunità copta gualdese, che hanno riferito per telefono particolari agghiaccianti sulla strage. Sembra quasi incredibile che possa essere successo. Eppure c’erano già i segnali, da qualche tempo. Lo stesso sagrestano della chiesa di Santa Marina, Milad Stella Yousif, ci aveva accennato, quattro anni fa, durante la lunga intervista che concesse al nostro settimanale, alle non facili condizioni in cui versano i copti in Egitto a causa del fondamentalismo islamico. Resta solo da sperare che, proprio grazie alla maggiore unità e compattezza che in questi giorni hanno mostrato cattolici ed ortodossi, ma anche tanti islamici moderati, dopo il vile atto terroristico, l’antica Chiesa copta egiziana non venga più lasciata in Egitto come una vittima sacrificale in una società a grande maggioranza musulmana, dove una minoranza islamica radicale rappresenta un reale pericolo.

AUTORE: Pierluigi Gioia