Presidente, è trascorso più di un anno e mezzo dalla sua elezione. Qual è il suo bilancio?
“La conferenza di fine anno che verrà convocata a breve sarà luogo idoneo a circostanziare il volume di lavoro svolto sin qui dall’Amministrazione provinciale. In quella sede faremo parlare il linguaggio della concretezza che, fondandosi sui numeri del fare, darà la misura di una Provincia radicata nel presente ma fortemente proiettata nel futuro”.
Dall’inizio del mandato ha puntato molto sulla comunicazione: è un modo per imporre la sua figura in una regione in cui è in atto, soprattutto nel centrosinistra, il ricambio della classe dirigente?
“Avere puntato fortemente sulla comunicazione ha inteso imporre una ‘figura’, non certo la mia, ma piuttosto quella di un Ente che ha fatto propria quella regola secondo cui un fatto, se non comunicato e quindi non conosciuto dai cittadini, è come se non fosse mai accaduto. In quest’ottica abbiamo teso a far conoscere l’attività dell’Amministrazione: attuare una politica di centralità del cittadino; garantire la partecipazione dei cittadini e della società civile organizzata alle scelte politiche e amministrative dell’Ente”.
In maniera ciclica, in Parlamento, vengono presentati disegni di legge per abolire le Province. Servono ancora?
“Non è la prima volta che mi viene rivolta questa domanda. La mia risposta tuttavia non cambia, anzi, alla luce dell’esperienza che sto compiendo, avverto sempre più la Provincia come Ente a portata del cittadino, efficiente e pronta a dare servizi e risposte in tempo reale e inserite nel progetto di riforma della pubblica amministrazione. In definitiva, il ruolo che sta assumendo la nostra Provincia di coordinamento d’area vasta, di valida cerniera fra i Comuni, è sempre più richiesto e, come avverto da numerosi segnali che arrivano, anche nei tempi più recenti, nel nostro territorio provinciale, è sempre più necessario. Il tavolo appena concluso tra i Comuni del territorio provinciale lo dimostra ampiamente”.
Da anni in Umbria si parla di un riequilibrio territoriale tra la provincia di Perugia e Terni. Poi non succede niente. Perché?
“L’Umbria è terra di dibattiti! Quello sul riequilibrio territoriale mi sembra giusto ma non prioritario rispetto alle tante problematiche che si stagliano sullo scenario delle due Province”.
In questi mesi di lavoro ha fatto molto rumore l’iniziativa legata alla galleria della Guinza. Ma nel territorio provinciale non ci sono problemi più urgenti per la manutenzione delle strade?
“Il fatto che pochi giorni dopo la cosiddetta ‘battaglia’ della Guinza i protagonisti dei territori interessati siano stati, dopo anni di incuria e silenzi, convocati dal ministro Matteoli per velocizzare il completamento dell’importante infrastruttura viaria, la E78, ritenuta di valenza europea, sta a dimostrare che non si trattasse solo di ‘fare rumore’. Ma per rispondere compiutamente alla domanda, dirò, rispetto ai problemi urgenti, quali la manutenzione delle strade, che l’area viabilità della Provincia di Perugia gestisce quasi 700 km di strade regionali e 1.960 km di strade provinciali: questo per dare il senso dell’importante compito che ha l’Ente su questo fronte e il grande impegno profuso per la viabilità provinciale. Basti pensare che la gestione di queste infrastrutture viarie equivalgono a 4.600.000 mq di pavimentazione del demanio regionale e 11.400.000 mq di pavimentazione del demanio provinciale. L’attenzione dell’Ente si è incentrata soprattutto sul ripristino funzionale e il miglioramento della sicurezza delle strade, stanziando per l’anno 2010 2.690.000 euro. Contemporaneamente sono stati realizzati i lavori previsti dal piano investimenti 2009, che ammontano a circa 6 milioni di euro”.
Il Pd e l’anima cattolica: si sono registrate frizioni sul tema della Ru486. È possibile mediare su queste tematiche?
“Indubbiamente sul tema della Ru486 esistono valori concettualmente diversi. Le leggi sui temi della vita secondo me non possono essere imposte a colpi di maggioranza, e comunque per tutto ciò che attiene ai valori etici, come cattolico, aderisco ai principi della Chiesa che, anche in recenti pronunciamenti, dimostra, pur nella fermezza, segni di profonda sensibilità”. Nelle Amministrazioni pubbliche la parola d’ordine è risparmiare. La Provincia come si è mossa?“Pur proseguendo nella volontà di dare sviluppo agli obiettivi del programma di mandato, si è scelto di mettere in atto una politica di rigore volta al contenimento delle spese correnti e ad una particolare attenzione nella gestione dell’indebitamento, il tutto ovviamente nel pieno rispetto del Patto di stabilità. La Provincia di Perugia, proprio con l’obiettivo di proseguire in questa politica di rigore, ha posto in essere accordi con istituti di credito volti anche al sostegno delle imprese, vista la gravità della crisi che stiamo vivendo, ed ha rastrellato – come noto – fondi nelle pieghe del proprio bilancio per soddisfare l’esigenze dei fornitori entro la fine del prossimo anno”.
Il processo sugli appalti in Provincia, l’indagine, in corso, sulla cosiddetta Sanitopoli. Quali sono i meccanismi da cambiare per evitare il ripetersi di queste situazioni?
“La risposta a questi problemi sta sicuramente nell’attuazione reale del concetto di trasparenza, quindi visibilità e massima circolazione dell’informazione, sia all’interno dell’Ente, sia con il mondo esterno, quale elemento fondante di un nuovo rapporto di fiducia fra i soggetti interni e con l’Amministrazione e la comunità amministrata. A questo proposito la Provincia di Perugia, rispetto alla vicenda appalti, ha messo in atto una serie di misure consultabili anche in Rete, che offrono una garanzia totale al cittadino sul piano della trasparenza”.