Don Primo e le sue parrocchie dopo il sisma

Villanova, San Biagio della Valle e Badiola, le tre parrocchie affidate a don Primo Alberati

Don Primo Alberati, ha riaperto la chiesa a Pasqua, ma ancora la casa parrocchiale è inagibile così come la struttura dell’asilo in cui si svolgevano diverse attività e il campanile storico. Inagibile anche la “Casa del Catechismo” nella quale, però, sono in corso i lavori finanziati da Caritas Italiana accogliendo la richiesta fatta da don Primo quando, subito dopo il terremoto, vista la situazione, si doveva pensare ad una struttura alternativa per lo svolgimento delle attività parrocchiali. E viste sia l’entità dei danni sia la posizione della “Casa” nel centro di San Biagio ma accessibile, si era deciso per investire sulla ristrutturazione dell’edificio più che su una struttura provvisoria. Intanto per il catechismo la parrocchia è ospitata nella scuola, il sabato. L’unità pastorale formata dalle tre parocchie affidate alla cura di don Primo, Villanova, San Biagio della Valle e Badiola, ha mantenuto le attività anche se, confessa don Primo, “il terremoto ha lasciato scossi e lo si vede dal calo di presenze a messa”. Lui stesso cura la catechesi per adulti ogni settimana, spostandosi ogni mese in uno dei tre centri. Vi sono poi le riunioni dei Consigli pastorali, uno per ogni parrocchia, e gli incontri unitari dei giovani e dei catechisti. L’anno scorso, prima del terremoto, è stata fatta la “missione al popolo” che ha rivitalizzato le parrocchie e da allora è nato un gruppo che si è impegnato nella pastorale. Per esempio, racconta don Primo, “hanno visitato le famiglie in Avvento per invitarle a prepararsi al Natale, fanno visita agli ammalati e a turno si prestano per accompagnare suor Bruna Magi che da Mercatello viene per visitare gli anziani, ma non guida, così che ha bisogno di qualcuno che l’accompagni e lo fanno volentieri”. Anche don Primo la domenica di divide tra San Biagio, Badiola e Villanova per assicurare la messa e in queso lo aiuta il parroco emerito don Benito. Le tre parrocchie, circa 1600 abitanti, stano cambiando fisionomia, stanno crescendo. “Ci sono dei ‘villaggi dormitori’ – racconta don Primo – fatti di villette e nuove lottizzazioni dove si trasferiscono giovani famiglie o nuclei di conviventi. È difficile conoscerli perchè lavorano fuori e la la domenica non frequentano la parrocchia”. Don Primo le incontra in occasione della benedizione delle famiglie in quaresima, ancora preziosa occasione di contatto, dialogo del parroco con la gente. Non riesce ad incontrarle tutte, molte non sono in casa, alcuni pochi, non gradiscono la vistia, ma la maggior partelo accoglie con cordialità. Alle iniziative ddel 15 dicembre (vedi a pagina 5) per l’anniversario del terremoto parteciperanno anche i parrocchiani di don Primo. La tensostruttura accanto alla chiesa aveva accolto la prima riunione del Comitato terremotati. Da allora, però, sno ancora in attesa di sapere cosa li attende. A Spina Caritas Italiana dona il nuovo Centro pastorale A Spina Caritas Italiana si è impengata per la costruzione del Centro pastorale. Il terremoto di una anno fa ha lesionato la chiesa e le sale parrocchiali nel cuore del piccolo borgo. I lavori del Centropastorale sono a buon punto e la speranza, dice il parroco don Marco Merlini, è di poterlo inaugurare in gennaio. La struttura di 200 metri quadrati prevede una grande sala polivalente, in cui poter celebrare la messa o anche svoglere altre attività comuni o potrà essere divisa per ricavarne altri due ambienti, secondo necessità. Vi saranno poi l’ufficio parrocchiale e altre due aule piccole. Ovviamente anche i servizi necessari. La struttura, progettata e finanziata interamente da Caritas italiana, utilizzerà pannelli fotovoltaici che fornniranno l’energia elettrica necessaria per illuminazione, riscaldamento in invenrno e condizioantore in estate. “Non dobbiamo aspettarci una nuova chiesa parrocchiale – spiega don Marco ai suoi parrocchiani – ma avremo in dono nuovi spazi in cui adattare le necessità della nostra comunità”.

AUTORE: M. R. V.