Si è tenuta a Foligno, giovedì 11 novembre, la 19a Conferenza su etica ed economia, organizzata da Nemetria. Nelle sue conclusioni, Giuseppe De Rita, presidente del Censis nonché di Nemetria stessa, poneva l’interrogativo del lavoro di questi due organismi sull’etica, chiedendosi se il lavoro compiuto dalle conferenze svolte avesse generato semi o che tipo di frutti fossero nati. In un tempo in cui il relativismo – come già sosteneva il card. Ratzinger – domina il gioco sociale, dove la pirateria relativista è imperante, tutto vale, le opinioni sono tutte valide e la mia idea vale come la tua, come la sua, senza criteri, senza punti fermi e quello che vale adesso, domani, tra due, tra cinque sarà già relativo… parlare di etica potrebbe sembrare superato. In effetti pensando all’etica e di controaltare alla grande crisi economica e finanziaria di oggi (per grandezza, forse paragonabile a quella del 1929), i concetti sembrano scontrarsi. I prof. A.M. Petroni e P. Savona hanno affermato che la crisi ha innanzitutto come sua base una crisi morale, dove le speculazioni, le operazioni ed i ragionamenti hanno una visuale temporale dell’oggi (tutto è solo relativo), quando invece comportamenti economici etici devono avere orizzonte temporale dell’oggi, del domani e del dopodomani. Se in passato gli interessi, “cose concrete” e di lunga durata-stabili, avevano la priorità, oggi le opinioni, mutevoli e volatili, sono dominanti. La persona non vale tanto per gli interessi che tutela ma per le opinioni che esprime: logica conseguenza della crisi di rappresentatività di chi doveva tutelare gli interessi delle categorie, vedi sindacati, partiti, associazione degli imprenditori o artigiani. Ciascuno ormai tutela i propri interessi in presa diretta, esempi sono Marchionne sull’efficienza degli stabilimenti Fiat in Italia, o il singolo operaio che anziché rincorrere il sindacato si autogestisce tutelandosi con l’imprenditore di riferimento. Il relativismo si estende anche agli Stati, come capacità di salvaguardia nazionale delle crisi; l’Unione europea viene sempre meno percepita nell’opinione della gente come quel sogno di condivisione e di crescita di più Stati. Oggi, senza essere profeti, i media hanno peso e forza impressionante. L’immagine supera i contenuti, gli interessi particolari prevalgono su quelli generali; si chiede spesso di dire la verità, ma sussiste il dubbio che la gente, la verità, voglia saperla veramente. La forza dei media si lega anche al venir meno di un nuovo establishment, una nuova élite capace di interfacciarsi con il sub-sistema giudiziario e quella dei media con un’azione responsabile, efficiente e aperta. Riprendendo la domanda di De Rita, sui frutti delle conferenze e se ne sia valsa la pena, la conclusione è: dove ci sono dei professionisti – come sicuramente sono le persone che parlano di etica ed economia alle conferenze di Nemetria -, anche se il relativismo andrà sempre più a crescere e le opinioni avranno sempre maggiore forza rispetto agli interessi, sicuramente la cultura ne godrà. Fare cultura, aiutare le persone a riflettere e a pensare porta giovamento. La ricetta è in sostanza qualificarsi nel proprio lavoro: professionismo individuale che si pone in essere sul mercato con una logica temporale di lunga durata, che impone comportamenti etici.
Solo l’etica sconfigge il relativismo
Si è tenuta a Foligno la 19a Conferenza su etica ed economia, organizzata da Nemetria
AUTORE:
Lorenzo Spinosi