Paolo Villaggio Astronomia e Fede

Editoriale

E Paolo Villaggio disse la sua. In uno dei salotti televisivi, intervistato da Giletti su argomenti ad hoc per un attore che ha rappresentato personaggi surreali. Poi però il conduttore chiede: “Lei crede nell’aldilà, a una vita dopo la morte, crede in Dio?”. Villaggio farfuglia qualcosa, poi cita Margherita Hack e pressapoco dice: “Una volta ho fatto questa domanda a quella bella donna, che è anche grande astronoma, e lei mi ha risposto male. Mi ha detto: ‘Tu credi ancora a queste frottole, inventate dai preti quando ancora si credeva, come nel Medioevo, in un mondo fatto dalla terra e dal cielo che si vede, un piccolo mondo gestito dalla divinità, mentre la scienza ci insegna che l’universo è in continua espansione, fatto di miliardi di galassie che si allontanano tra loro? Come si potrebbe credere a un piccolo Dio, come è descritto nelle religioni?’”. Giletti ha replicato facendo affermazioni di fede, e concludendo: “Ci vedremo di là e ci daremo la mano” chiudendo frettolosamente l’intervista, pentito di aver toccato un tasto scottante. Non ci possiamo soffermare sulla critica di queste affermazioni. Accenno soltanto che un universo più grande e complesso non elimina la sorpresa di fronte all’ipotesi che Qualcuno abbia avuto l’idea e la potenza per crearlo, una Mente, un Essere, una Coscienza, quello che tutti chiamano Dio in lingue diverse, che trascende la nostra comprensione, ma che dalla ragione non può essere negato come esistente. La cosa curiosa è che in questi stessi giorni – a quanto ho letto – uno degli atei più famosi del mondo, il noto scienziato Stephen Hawking, ha affermato che non è più sicuro che Dio non esista, e non ha prove per questo. Arriva a dichiarare che in raltà non è stato mai ateo, ma agnostico. Il compianto prof. Paolo Maffei, morto da qualche anno, frequentatore assiduo della messa e dei sacramenti, che ha scritto opere famose di astronomia, mi diceva che Margherita Hack è stata sempre atea, fin da giovane. E si lamentava perché la collega si serviva della scienza per negare la fede, mentre lui, Maffei, non ha mai usato la scienza per difendere la sua fede. Sono due piani e due vie diverse. La scienza ci dice come stanno le cose, ma non il perché esistano e che senso abbiano. La scienza, direbbe Galilei, ci insegna come vada il cielo, non come si vada al Cielo. Questo ragionamento lo faceva al rovescio, contro i teologi che volevano sottomettere la scienza della natura alla descrizione che ne dà la Bibbia. Diceva: la Bibbia ci insegna non come sono fatti i cieli ma come si vada in cielo, ossia il senso e il fine della vita. Si potrebbe anche fare un ragionamento su quanto incerta sia la conoscenza scientifica, come è successo a proposito dei famosi neutrini la cui velocità avrebbe superato quella della luce, notizia poi smentita (vedi articolo a pag. 10). Di nuovo ha avuto ragione Einstein, non solo per la sua teoria della relatività, ma perché – da genio che era – era consapevole di sapere soltanto piccoli frammenti di verità sull’universo, che non esitava a definire con le parole di miracolo e di mistero. Certo, Einstein non credeva in Dio “personale” quale viene rivelato nella Bibbia, ma questa è un’altra storia.

AUTORE: Elio Bromuri