Massiccia adesione popolare

Perugia. 150° Unità d’Italia. Al plebiscito del 4-5 novembre 1860, il 99,4% votò sì all’annessione allo Stato sabaudo

Le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, iniziate ufficialmente a Perugia il 14 settembre scorso, per la ricorrenza della “liberazione della città dal dominio pontificio” ad opera delle truppe piemontesi comandate dai generali Fanti e Cialdini, proseguiranno nel mese di novembre per ricordare l’altro evento significativo del nostro Risorgimento: il plebiscito di annessione di Perugia e dell’Umbria al Regno di Sardegna.Dopo l’intervento e l’occupazione militare, formalmente motivati dall’urgenza di ristabilire l’ordine, garantire la sicurezza e consentire la libera autodeterminazione delle popolazioni interessate, e dopo l’insediamento del regio commissario straordinario Gioacchino Napoleone Pepoli, che in nome del nuovo governo provvide ad emanare subito una raffica di decreti, si avvertì l’esigenza di giungere rapidamente ad una legittimazione, anche sul piano internazionale, del fatto compiuto, mediante l’espressione della volontà popolare, chiedendone dunque una sorta di ratifica agli stessi cittadini. Fu indetto così il plebiscito per i giorni 4 e 5 novembre 1860. L’evento fu accuratamente preparato attraverso un’adeguata campagna elettorale, a cominciare dal manifesto del 29 ottobre 1860, rivolto ai cittadini abitanti del Comune di Perugia dai membri del Comitato comunale incaricato di sovrintendere all’ordinato svolgimento della votazione. Particolare attenzione venne riservata anche agli abitanti del contado, i quali per la prima volta furono chiamati ad esercitare il diritto di voto, al pari di tutti i cittadini maschi maggiorenni del Comune di Perugia. Nel manifestino del 30 ottobre 1860, intitolato Ai campagnuoli perché intendano quello che sono chiamati a fare si spiega ordinatamente il significato della parola “voto”, della parola “annessione” e dell’espressione “monarchia costituzionale”, si illustrano le qualità e i meriti del nuovo sovrano, del suo governo e del suo esercito, specialmente se rapportati alle recenti malefatte delle milizie pontificie. Sulla stessa linea si pone il foglio del 1° novembre 1860 intitolato Il voto per l’annessione – Dialogo per istruzione dei coloni. Qui il carattere didascalico e propagandistico del testo è reso ancora più evidente dall’adozione del metodo delle domande-risposte, che danno vita ad una sorta di dialogo tra padrone e contadino. La preoccupazione principale è quella di fugare dalla mente dei rustici ogni remora e riserva di carattere religioso, dimostrando che il potere temporale del Papa non è necessario per l’esercizio del suo alto ministero spirituale. Il risultato ufficiale della votazione per il plebiscito dell’Umbria venne pubblicato nella Gazzetta di Perugia n. 55 del 9 novembre 1860, che in prima pagina riporta i seguenti dati: su una popolazione di 472.185 abitanti, gli aventi diritto al voto erano 123.011, i votanti erano stati 97.625, di cui favorevoli all’annessione 97.040, i contrari 380, i voti nulli 205. Da cui si desume che l’annessione dell’Umbria al Regno di Sardegna fu approvata con la maggioranza del 99,4% dei votanti. Una lapide commemorativa di questo evento, composta da Adamo Rossi, venne collocata nel 1864 sulla facciata del palazzo dei Priori, sotto la loggia alessiana (oggi sopra la farmacia Andreoli).

AUTORE: Mario Roncetti