Il prof. Roberto Regoli è intervenuto sabato scorso nella terza conferenza del ciclo organizzato dalla diocesi di Città di Castello per ricordare il centesimo anniversario della nomina vescovile di Carlo Liviero. “La situazione della Chiesa cattolica durante l’epoca tra il 1866 e il 1932” era il titolo dell’incontro svoltosi con il docente. Quest’ultimo, dunque, dopo un’ introduzione da parte di don Andrea Czortek, ha presentato alcuni problemi che la Chiesa italiana si trovò ad affrontare dopo l’Unità del Paese, e ha quindi delineato a grandi linee la situazione dei difficili rapporti ufficiali tra il Vaticano e il Regno d’Italia dopo la scomparsa dello Stato Pontificio. “La Chiesa di Roma a fine Ottocento – ha affermato – effettua una ristrutturazione del suo apparato organizzativo seguendo una linea di accentramento. A livello universale – ha spiegato – avviene un accentramento della Chiesa attorno alla figura del Papa; più in basso la diocesi si accentra attorno al vescovo e la parrocchia vicino al parroco”. Regoli ha poi continuato parlando dei controlli che la Santa Sede effettuava sulle diocesi e di come vennero riorganizzati i seminari e le modalità per poter accedere al sacerdozio. Ma il relatore ha anche parlato della situazione sociale in cui si trovava l’Italia in quel delicato periodo storico, dopo la rivoluzione industriale e dopo l’avvento di nuove forme di pensiero che minavano la fede in Dio. Per l’esperto, quindi, la Chiesa rispose al degrado culturale e teologico provocato dalla società industriale puntando molto sull’educazione e sulla formazione, non solo modificando l’istruzione dei futuri sacerdoti, nei seminari, ma anche appoggiando associazioni come l’Azione cattolica. Ha aggiunto l’ospite: “Trovano spazio proprio in questo contesto figure come san Giovanni Bosco”. Poi, la Chiesa in questo periodo, come sostenuto dallo stesso Regoli, non tralasciò l’aspetto di ente d’aiuto per le classi sociali più basse; anzi, proprio per trovare una risposta a problemi legati all’economia vennero creati i Crediti cooperativi. L’ospite, soffermandosi ancora sull’attenzione che la Chiesa rivolse alla società e alle nuove condizioni di vita, ha parlato anche del sostegno ecclesiastico al Partito popolare di don Sturzo e dell’enciclica Rerum novarum. Da ultimo si è infine discusso del trattato del 1929 tra il Vaticano e lo Stato fascista, che in qualche modo consentì maggiore libertà ai vescovi e di riallacciare i rapporti tra Chiesa e Stato italiano.
Decenni difficili
BEATO LIVIERO. Uno storico racconta l’Italia della sua epoca
AUTORE:
Francesco Orlandini