Mentre la politica fa fatica a combattere la povertà, per le strade del mondo si muovono samaritani, persone semplici, famiglie, associazioni che con le loro scelte quotidiane, con il loro stile di vita, rendono concreto l’appello dell’Anno europeo “Zero poverty agisci ora”. I “samaritani” sono anche tra noi, tra le case e le vie delle città e paesi dell’Umbria, e alcune esperienze sono state presentate al convegno regionale delle Caritas dell’Umbria, il 9 ottobre scorso. Nel pomeriggio le risposte della chiesa hanno reso possibile vedere che al di là della campagna “Zero povertà” c’è un impegno, una vita spesa per una carità capace di andare oltre gli slogan e di agganciarsi alla quotidianità attraverso proposte diverse.
Oltre al fondo di solidarietà che ha accompagnato le 8 chiese nel dare una risposta alle famiglie colpite dalla crisi economica, sono emerse le testimonianze su stili educativi capaci di andare incontro alla povertà con speranza, confidando in Dio più che sui potenti, proprio come aveva ricordato mons. Nazzareno Marconi nella meditazione biblica della mattina. Da Assisi è stata portata l’esperienza del Gruppo di acquisto solidale (Gas) tra famiglie, promosso dal “Circolo dell’amicizia” della Caritas diocesana. L’idea è “costruire un futuro di solidarietà e giustizia” attraverso l’acquisto direttamente da produttori che rispettano alcuni requisiti quali il rispetto per la persona (il lavoratore) e per l’ambiente. A Perugia un gruppo di famiglie hanno deciso di mettere in comune “la decima” parte dello stipendio (chi può anche più e chi non può anche meno). Da due anni sono fedeli all’impegno mensile che si sono assunti accogliendo l’invito dei Vescovi umbri a riprendere questa antica tradizione in solidarietà con le famiglie colpite dalla crisi.
E sono sempre famiglie a dare vita alla “comunità di tipo familiare” di Passignano sul Trasimeno impegnata a tempo pieno nell’accoglienza di bambini in affido. A Foligno con la “Bibliomediateca multilingue” ai giovani è proposto uno stile di vita aperto alle persone di altre culture e religioni che vivono nelle nostre città, spesso emarginati e guardati con sospetto. A Terni è nato il “Gruppo delle famiglie solidali” che hanno scelto di essere “insieme” aperti e accoglienti verso i poveri, i senza dimora, i disagiati. In 6 anni di esperienza hanno aperto due case di accoglienza (una per uomini e una per donne) e una comunità residenziale. Famiglie protagoniste anche a Gubbio. Dopo essere stati alcuni anni in Perù una missione dell’Operazione Mato Grosso una famiglia, ora con ciqnue figli, ha coinvolto altre dieci famiglie nell’“Oratorio familiare”, un’esperienza di educazione alla solidarietà e ad uno stile di vita fatto di semplicità e condivisione. Hanno coinvolto altre 200 famiglie nell’iniziativa “1 kg al giorno” con la quale riescono a spedire in Perù tre o quattro container di cibo l’anno. Nuovi stili di vita solidali sono queli proposti a Città di Castello dai soci della “Altotevere senza frontiere Onlus” nata dal desiderio di alcuni giovani di continuare il lavoro svolto a L’Aquila nel 2009 e andare oltre: a Castello come in Kossovo nella missione della Caritas Umbria. Da Spoleto sono state presentate le testimonianze sulle esperienze formative nelle Case regionali della Carità e da Orvieto nelle case famiglia e comunità giovani cristiani.