Non si arriva per caso a 125 di anni di storia: il segreto è pensare e progettare il futuro. Proprio per questo lo scorso 8 ottobre la Gazzetta di Foligno ha organizzato una tavola rotonda, convocando gli ex sindaci Manlio Marini, Giorgio Raggi, Maria Rita Lorenzetti, Rolando Stefanetti e Maurizio Salari (assente per motivi di lavoro), oltre, ovviamente, all’attuale primo cittadino Nando Mismetti. Ha coordinato gli interventi il direttore editoriale Antonio Nizzi. Nessuna rievocazione storica: scopo dell’incontro era comprendere, con l’ausilio di chi ha maturato negli anni significative esperienze amministrative, se ci saranno nubi ad ammantare il cielo folignate nel prossimo futuro, o se prevarranno rigogliose stagioni primaverili. La base comune sulla quale i “metereologi” convenuti hanno operato la propria previsione era rappresentata da una serie di domande, a cui tutti hanno risposto in modo più o meno attinente. I partecipanti alla tavola rotonda hanno giocato le proprie carte, qualcuno ha pure bluffato un po’, ma il jolly l’hanno pescato gli organizzatori. Ci interessava sdoganare la Gazzetta, legittimarne la funzione di analisi della realtà e di incentivo a migliorarla, stimolare una riflessione, suscitare partecipazione e convogliare attenzioni sul futuro di Foligno: ci riteniamo soddisfatti.A me spetta ora l’arduo compito di un telegrafico resoconto, data l’esiguità degli spazi a disposizione. Per riuscirci ho preso in mano il cellulare e ho immaginato di inviare qualche sms… Manlio MariniFoligno è uscita splendidamente dai bombardamenti del ’43-44 e dal terremoto del ’97 grazie a una razionale e impegnativa ricostruzione: ora deve puntare a uno sviluppo diversificato e valorizzare il grande patrimonio storico-artistico di cui è dotata. Le priorità del futuro sono la rivitalizzazione del centro storico (che andrebbe chiuso al traffico), la valorizzazione delle eccellenze industriali e il potenziamento dello snodo logistico verso le Marche. Il multiculturalismo non è un problema, Foligno è città dell’accoglienza, ma l’integrazione deve essere preceduta dall’interazione. Giorgio RaggiLa Gazzetta ha titolato “Terremoto!” circa l’inchiesta Asl 3: visto quanto è stata efficiente e ben governata la ricostruzione post-sisma, il titolo si considera di buon auspicio! Se negli anni ’70-80 Foligno era una sorta di cenerentola dell’Umbria, nell’ultimo decennio la fatina buona l’ha trasformata in una principessa e l’incantesimo non svanirà, a patto che la macchina pubblica eviti insostenibili appesantimenti. Sullo zuccherificio c’è ormai pieno accordo con il Comune: la demolizione durerà 18 mesi. I giovani devono conquistarsi un posto al sole: se aspettano che i vecchi cedano il passo… Maria Rita LorenzettiNon c’è alcuna Folignopoli! Foligno ha bisogno di aprirsi, di fare sistema oltre i propri confini; il ritorno all’ordinario dopo la ricostruzione post-sisma necessita di nuove strategie, che sappiano valorizzare le specificità. C’è bisogno di una nuova classe dirigente, che sappia restituire a Foligno un’anima, potenziare il polo ferroviario e quello manifatturiero, investire nella formazione e sviluppare lo snodo logistico, geograficamente unico. Va evitato il forte disagio sociale che spesso attanaglia gli immigrati e bisogna puntare sui giovani, la cui crescita è responsabilità di tutti gli agenti. Rolando StefanettiUn tempo le strade e le piazze di Foligno erano vissute e fungevano da catalizzatrici dell’aggregazione sociale, ora la città è morta, mancano vivacità, dialogo e confronto; i partiti non esistono più e il Consiglio comunale ha perso di significato. Bisogna formare una nuova classe politica e gestire meglio l’interesse pubblico, anche nella progettualità riguardante lo zuccherificio, ma soprattutto lasciare spazio ai giovani, che devono essere più protagonisti e investiti di maggiori responsabilità, basta con gli “yes-men”. Gli stranieri non sono un problema, siamo cittadini del mondo. Nando MismettiSono state positive le scelte urbanistiche operate; Foligno ha cambiato volto con la ricostruzione post-sismica, ma bisogna ammettere che il tessuto sociale risulta un po’ sfilacciato e necessita di essere ritessuto. Degni di particolare nota sono questi aspetti della città: il grande fermento culturale, denso di eventi e iniziative, le eccellenze imprenditoriali, la centralità dello snodo ferroviario e il Centro di reclutamento presso la caserma Gonzaga. Foligno non è morta, ma è cambiata e va riposizionata. La crisi globale e i tagli imposti dalla manovra governativa faranno vacillare gli enti locali, e metteranno a dura prova l’erogazione dei servizi comunali.
Che “tempo” farà a Foligno?
La “Gazzetta di Foligno” compie 125 anni, e riflette sul futuro della città. Una tavola rotonda mette a confronto cinque sindaci
AUTORE:
Enrico Presilla