Il punto di vista della famiglia

I CONFERENZA SULLA FAMIGLIA. Tante le idee avanzate e i problemi rilevati: un fisco più equo, più lavoro di rete, la denatalità, l’immobilismo della politica

Se gli elettori, dal più piccolo comune umbro al capoluogo, sapessero quali e quante possibilità hanno i nostri amministratori per organizzare servizi “a misura di famiglia”, l’Umbria avrebbe già un futuro. La giornata di sabato, con la “prima conferenza regionale sulla famiglia” promossa dal Forum per le associazioni familiari ha dato i suoi primi frutti: tante idee, non solo agli elettori ma anche agli amministratori. Ed ha incoraggiato quelli (pochi ancora ma volonterosi) che si sono già impegnati in questa direzione. Le idee sono venute dal presidente nazionale del Forum e direttore del Centro internazionale di studi sulla famiglia, Francesco Belletti, che pochi giorni prima aveva presentato a livello nazionale la proposta di un “Fattore famiglia” per un fisco più equo; dalla responsabile dell’Agenzia per la famiglia del comune di Parma Cecilia Greci, che ha parlato di asili nido ma anche del lavoro “di rete” con le oltre 50 associazioni familiari del territorio e di un consiglio comunale che ha votato all’unanimità le linee d’indirizzo “Parma, una città a misura di famiglia”. Di quello che si muove (o non si muove) in Parlamento hanno parlato la senatrice Anna Serafini, responsabile per le politiche familiari del Pd, e l’on. Luisa Santolini dell’Udc, già presidente del Forum, che denunciando la “gravità” della situazione italiana sul fronte della natalità per cui “nel 2050 il 60% degli italiani non avrà fratelli, zii, cugini…”, ha denunciato anche l’immobilismo della politica. “Il Parlamento – ha detto – sulla famiglia non sta facendo quasi niente”. Nella tavola rotonda con gli amministratori locali i nodi sono venuti al pettine. Nodi concreti. A cominciare dalla questione di attualità delle linee guida sulla Ru486 sulle quali il Forum aveva chiesto di essere sentito dalla Commissione tecnica e che invece sono state adottate dalla Giunta a fine luglio (delibera del 26 luglio). I consiglieri regionali Sandra Monacelli (Udc) e Alfredo De Sio (Pdl) hanno contestato duramente l’operato dell’assessore alla sanità Vincenzo Riommi e la delibera di Giunta, chiedendo al contempo una svolta sul fronte delle politiche sociali. La delibera sulla Ru486, “è una ‘presa d’atto’ della Giunta di un documento tecnico che sarà portato a discussione” ha detto Carla Casciari, vice presidente della Giunta regionale con delega, tra le altre, alle politiche sociali, familiari, per l’infanzia, giovanili. Sullo sfondo del dibattito la legge regionale 13 del 2010 che detta la “Disciplina dei servizi e degli interventi a favore della famiglia”, ancora senza regolamento per il quale, ha assicurato Casciari, “la Giunta sta lavorando”. Tra i comuni umbri qualcosa si muove. “L’Anci Umbria ha istituito una commissione per la famiglia che terrà la sua prima riunione il 5 ottobre” ha annunciato Maria Pia Bruscolotti, sindaco di Massa Martana, spiegando che la commissione, da lei presieduta, è nata dal fatto che “sono istituiti assessorati alla famiglia in quasi tutti i comuni umbri, ora c’è da far sì che tutto venga fatto dal punto di vista della famiglia”. Nonostante, o forse proprio perchè la crisi impone tagli alle spese nei servizi, o di coprire con i fondi del comune tagli del Governo (per esempio, all’orario della bidella della materna, ha detto Bruscolotti) scegliere il “punto di vista della famiglia” può essere un utile criterio di scelta sottratto a interessi di parte. Luca Briziarelli, sindaco di Passignano sul Trasimeno e vice presidente dell’Anci Umbria, ha puntato il dito sulle “scelte incoerenti” della Regione e sul poco e o nullo margine di libertà dei comuni nella applicazione dei regolamenti per la gestione dei servizi. Come nel caso del Fondo per la non autosufficienza il cui regolamento (fatto dalla Regione e che l’Anci ha chiesto di modificare) “avendo spostato il discrimine dalla famiglia al singolo” di fatto finisce per penalizzare l’anziano che vive in una famiglia a basso reddito nella casa di proprietà, rispetto all’anziano che non ha case di proprietà ma vive in una famiglia che non ha problemi economici. Oppure, l’altro esempio, il regolamento per l’edilizia residenziale di fatto esclude una famiglia con 3 o 4 figli perchè supera l’indice di affollamento in appartamenti previsti per famiglie con 1 o due bambini. “Intervenire su questi meccanismi – ha detto Briziarelli – è possibile e non costa nulla”. Il presidente del Forum delle Famiglie dell’Umbria Simone Pillon ha concluso l’incontro con l’augurio di ritrovarsi tra un anno per la seconda Conferenza regionale sulla famiglia “ magari organizzata dalla Regione”, ha detto, rivolgendosi all’assessore Casciari. Intanto il vescovo di Gubbio e delegato Ceu per la pastorale familiare, mons. Mario Ceccobelli, ha apprezzato la proposta de La Voce di realizzare uno speciale sui temi affrontati nella Conferenza, che possa essere un utile strumento per incontri e approfondimenti nelle parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali.

AUTORE: Maria Rita Valli