Le liste di attesa rappresentano una dei problemi della Sanità pubblica, soprattutto in alcuni settori dove una specializzazione sempre più qualificata si porta dietro di conseguenza una domanda abbastanza robusta. Per quanto riguarda l’ospedale comprensoriale di Branca, le difficoltà maggiori si registrano per la Senologia (si stanno adottando nuove procedure che valorizzano le competenze professionali ed organizzative interne) e la Risonanza magnetica. Per quest’ultima è stato deciso invece di intraprendere la strada della convenzione con una struttura privata attiva nella provincia di Perugia. Lo scopo è quello di ampliare la gamma di alcuni specifici servizi, evitare che le liste di attesa si allunghino ulteriormente con disagi dei pazienti e de loro familiari, per concorrere, infine, a contenere, per la propria parte, la “fuga” fuori regione con ricadute negative anche sul piano economico, trattandosi di prestazioni che vanno comunque pagate con le risorse del bilancio sanitario dell’Umbria. È stata questa la strada che ha deciso di percorrere l’Asl 1 per quanto riguarda la Risonanza magnetica, soprattutto, anche se non solo, per accertamenti con apparecchiature diverse da quelle con il classico cilindro, non praticabili da quanti soffrono, ad esempio, di claustrofobia e difficilmente sopporterebbero di essere esaminati attraverso le procedure classiche. “È stata sottoscritta una convenzione con un’azienda privata di Ponte San Giovanni che gestisce una risonanza magnetica a cielo aperto – conferma il direttore generale dell’Asl 1 Emilio Duca – per un periodo di sei mesi e per uno stanziamento complessivo ben definito. È una decisione assunta per consentire ai cittadini una alternativa già positivamente sperimentata dalle Asl 2 e 3 dell’Umbria”. La scelta tiene conto – sembra anche di capire – della impossibilità di sfruttare a pieno le potenzialità della apparecchiatura installata presso l’ospedale comprensoriale di Branca in presenza di una dotazione organica che non può essere destinata solo e soltanto alla risonanza magnetica, ma deve comunque dedicarsi a far funzionare anche altre attrezzature per garantire i servizi collegati al più ampio settore della così detta “diagnostica per immagini”. Al momento i tempi di attesa per le varie tipologie vanno dai 40 ai 45 giorni rispetto ai 30 previsti. Tempi che spingono molti a privilegiare l’offerta di una struttura che opera in una vicina città della Toscana. La Risonanza La risonanza magnetica dell’ospedale comprensoriale è un macchinario imponente di ultima generazione: garantisce prestazioni di altissimo livello grazie ad una strumentazione che in 46 quintali racchiude e consente indagini di avanguardia. È in grado di esaminare, a pieno regime, una ventina di pazienti al giorno, “scrutati” attraverso un cilindro lungo cm 180 con un diametro minimo di cm 80. È completamente informatizzata e permette indagini rapide. Per le risposte viene usato il digitale, con i cd a sostituire il materiale cartaceo. Giampiero Bedini