Andrea, nel cuore e nella preghiera di tutti

Il pellegrinaggio a Lourdes del Cvs segnato dalla perdita di Andrea Ferrucci. Il ricordo di Caracciolo

Andrea era un simbolo per Ponte Felcino, per la parrocchia, per il Centro Volontari della Sofferenza (Cvs) di Perugia. Apprezzato ed benvoluto da tutti. Sempre partecipe alle varie iniziative, specialmente agli incontri settimanali presso la Casa Emmaus di Lidarno. Sapeva donare compagnia, amicizia, simpatia. Alla celebrazione eucaristica di suffragio tenuta il 26 luglio scorso, presieduta dal Vicario Generale mons. Paolo Giulietti, hanno partecipato don Armando Aufiero, Silenzioso Operaio della Croce, la comunità religiosa che guida ed accompagna le opere del Centro Volontari della Sofferenza in Italia e nel mondo e don Simone Sorbaioli, in rappresentanza del parroco don Alberto Veschini assente per motivi pastorali e don Stefano Orsini parroco di Magione. La morte improvvisa di Andrea è stata una forte occasione di riflessione e di verifica per tutti. Che bilancio si può fare della vita di Andrea? Due almeno le prospettive tanto diverse tra loro. La prima. Prendendo come riferimento la mentalità corrente non sarebbe un grande bilancio. Un ragazzo di 36 anni per 28 anni costretto su una carrozzella. Una vita dura di privazioni e di sofferenza anche se piena dell’amorevole cura della mamma, dello zio, dei parenti, del vicinato, del paese, della parrocchia, del Cvs. Umanamente parlando si può dire che la vita non abbia riservato grandi cose ad Andrea e alla sua famiglia duramente provata. Ma c’è un secondo modo di valutare le cose basato su altri criteri quali la dignità della persona umana ancor più esaltata quando colpita da disabilità e la fede in Gesù Cristo. È significativo quello che papa Benedetto XVI ha scritto nella sua prima enciclica sulla speranza cristiana (n. 37) “Non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore”. Noi del CVS abbiamo avuto il privilegio di frequentare ed accompagnare Andrea in tanti anni e abbiamo visto come egli abbia progressivamente maturato questa comprensione, oltre la rassegnazione sino all’offerta della propria vita in unione a quella di Cristo per il bene della Chiesa e della società. Una testimonianza, una eredità, una vera e propria lezione possiamo dirlo, che Andrea lascia a ciascuno di noi. Grazie ad Andrea per la vita vissuta e donata intensamente. Grazie alla famiglia di Andrea, alla sua mamma in particolare, per la dignità, il coraggio, l’affetto, l’amore con cui si è presa cura di lui. Tutta la nostra riconoscenza e il nostro affetto. Noi sappiamo come continuare a volere bene ad Andrea, sappiamo, e ce lo ricorda il Papa, che l’amore può giungere fin nell’aldilà, che sia possibile una vicendevole dare e ricevere, nel quale rimaniamo legati gli uni agli altri con vincoli di affetto oltre il confine della morte. Il funerale celebrato nella sua parrocchia di Ponte FelcinoLa chiesa parrocchiale di Ponte Felcino (Perugia) era gremita. Tanta gente in piedi a rendere omaggio ad Andrea Ferrucci, 36 anni, disabile da 28 dopo un incidente stradale, morto improvvisamente per soffocamento da cibo mentre si recava a Lourdes insieme a tanti altri partecipanti al pellegrinaggio nazionale della Lega Sacerdotale Mariana e del Centro Volontari della Sofferenza (Cvs). Da Perugia era partito un gruppo di 80 pellegrini insieme all’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, a vari sacerdoti, religiosi, religiose e laici che hanno poi proseguito il viaggio portando Andrea nel cuore e nella preghiera. Pubblichiamo il ricordo di Andrea scritto da Pasquale Caracciolo Responsabile diocesano del Cvs di Perugia.

AUTORE: Pasquale Caracciolo